Trieste, la giunta prende tempo su via Mazzini

Marchigiani propone la pedonalizzazione ma l’amministrazione rinvia la decisione. Oggi il vertice con Trieste Trasporti
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 01/07/15 - Via Mazzini pedonale
Lasorte Trieste 01/07/15 - Via Mazzini pedonale

Il risorgimento pedonale di via Mazzini non è in discussione. La chiusura definitiva al traffico è scritta. Nessun dietrofont in vista. E nessuna altra sperimentazione è prevista dopo questa che scade domenica 5 luglio. La giunta comunale non ha ancora detto l’ultima parola e forse non l’ha dirà neppure oggi. La riunione fiume di ieri pomeriggio ha fatto il punto della situazione rinviando a questa mattina un’eventuale decisione. «Decidiamo domani mattina (oggi, ndr)» assicura il sindaco decisionista Roberto Cosolini.

Domani è sempre un altro giorno. E ieri non era quello giusto. Molto dipenderà anche dall’incontro che il sindaco ha in agenda per oggi con la Trieste Trasporti (guidata dal nuovo amministratore delegato Aniello Semplice) e la Provincia. Attorno agli autobus e allo snodo di piazza Goldoni si è svolto il dibattito negli ultimi mesi sulla pedonalizzazione sperimentale di via Mazzini. «Siamo a conoscenza delle problematicità rilevate e quindi qualcosa va ancora rivisto» ha annunciato l’altro ieri l’assessore Elena Marchigiani. Ma di cosa si tratti non è possibile saperlo. «Non ho novità, niente di nuovo rispetto a quello che ho detto ieri (martedì, ndr)» svicola l’assessore “madre” della pedonalizzazione di via Mazzini e fan della bicicletta. «Un dato interessante - rileva Marchigiani - è che non c’è stato un incremento dei mezzi in città, quindi non è vero che rendendo pedonale via Mazzini la gente utilizza di più la macchina o il motorino. Devo dire che si usa di più la bicicletta. Non ci sono elementi per dire che la chiusura sia stata un fallimento, tutt’altro. Di conseguenza non abbiamo motivazioni per tornare indietro. In ogni caso è una scelta politica da assumere in giunta (oggi?, ndr) che peserà anche le posizioni negative emerse. La mia proposta, comunque, è di valutare positivamente la sperimentazione avviata».

Non si parla proprio della controsperimentazione avanzata da Paolo Rovis (Trieste Popolare) con il supporto del Comitato per la pedonalizzazione di Corso Italia che per l’amministrazione viene dopo via Mazzini. «Tutto questo sarà possibile una volta che si deciderà per la chiusura definitiva di via Mazzini» ripete Marchigiani che si “coccola” il suo epocale piano del traffico.

«Non ho niente di nuovo. Se vuole mi invento un’astronave per il risolvere il problema del trasporto pubblico locale. Un elicottero per tutti» aggiunge l’assessore. E ne sarebbe pure capace dopo i vasi di fiori giganti e le strisce pedonali più larghe del mondo. Quello che non vuole più è continuare a sperimentare. E così Rovis può incartarsi e portarsi a casa sua la sua proposta che metteva d’accordo i commercianti di via Mazzini con quelli di Corso Italia e che aveva trovato il consenso dei tassisti e di FareAmbiente: «Terminare l’attuale sperimentazione e attivarne un’altra, diversa e in linea con le giuste esigenze di cittadini e commercianti. Quale potrebbe essere, ad esempio, il ripristino delle linee bus in via Mazzini, ma in un unico senso di marcia: da piazza Goldoni alle Rive. Il servizio di trasporto pubblico ritornerebbe capillare, sarebbero servite in egual misura la via Mazzini e corso Italia. La singola corsia centrale consentirebbe ampi spazi ai lati per i pedoni, per una corsia ciclabile, per i tavolini dei (pochi) bar. E via Mazzini si animerebbe di nuovo, grazie ai flussi pedonali generati da coloro che raggiungono o scendono alle fermate dei bus». Troppo semplice? Troppo banale?

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo