Trieste, la festa della Sissa “profuma” di scienza FT/VD

Porte aperte all’insegna del senso dell’olfatto tra gli odori annusati dai batteri e il naso elettronico per le aziende
Bambini “rapiti” davanti a uno degli esperimenti organizzati alla Sissa (Lasorte)
Bambini “rapiti” davanti a uno degli esperimenti organizzati alla Sissa (Lasorte)

TRIESTE «L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve sapere». Fuori c’è un profumo di brezza marina, il mare però è ben lontano. Nell’aula magna “Paolo Budinich” della Sissa si recita Calvino all’insegna dell’olfatto, si spiegano tante cose, tra un passo e l’altro, sul nostro naso con lo spettacolo di Anna Menini e Donato Ramani, messo in scena da Paolo Atzori.

Poi si esce ad annusare qualcos’altro. Tra l’edificio principale, il giardino e l’anfiteatro non si sapeva ieri che cosa scegliere. Dagli “zero” ai novantenni, tutti si sono appropinquati al cucuzzolo della collina di via Bonomea, per addentrarsi in “Sissa in festa 2016”, la terza edizione biennale a porte aperte che la Scuola propone per avvicinare il pubblico a conoscere quello che si studia anche nei laboratori della struttura.

Open day alla Sissa di Trieste, esperimenti a cielo aperto

Il tema quest’anno è stato l'olfatto, perché «segue la logica dei sensi - ha spiegato Stefano Ruffo, direttore della Sissa - e il programma lo abbiamo realizzato grazie a una costruzione collettiva, come si fa nella vera ricerca». Iscrizioni sold-out già da tempo per diversi percorsi, gli ospiti della Sissa, compresi i piccoli che hanno potuto apprezzare le attività delle educatrici del nido, hanno girovagato per i sentieri che circondano il parco ad esempio con Antonio Celani, professore dell’Ictp, esperto di olfatto.

Che i batteri avessero un olfatto lo si sapeva? E le amebe? Ebbene sì: i primi annusano le sostanze chimiche, i secondi lo usano soprattutto per unirsi in situazioni di difficoltà. E con gli odori le femmine attirano i maschi, in questo caso le falene, «che da grandi distanze comunicano tramite i ferormoni». E poi i soliti piccioni viaggiatori che, nonostante ancora non si sappia come, trovano la strada di ritorno da decine di centinaia di chilometri.

Un po’ più in giù e il naso cambiava. Diventava elettronico con il Laboratorio di olfattometria dinamica dell’Università di Udine. Uno strumento particolare che aiuta ad esempio le aziende che possono avere dei problemi con gli odori, perché questo oggetto può essere addestrato a seconda dell’odore che gli si fa annusare e lo può poi rintracciare altrove.

E se vi dicessero che con quattro patate e due limoni si può produrre energia elettrica per illuminare una lampadina a led? Giuseppe e Alessandro, dottorandi, hanno mostrato questo ai bambini. Mentre Antony, un altro dottorando, ha costruito un telescopio con lo specchio concavo, «qualcosa che ogni donna porta con sé», ha detto.

E poi ancora le degustazioni di Illycaffé - prima del concerto di varie band finito alle 23 - che hanno la caratteristica di sollecitare tutti e cinque i gusti. «Io sono venuta perché è un ricordo, ci lavorava un tempo papà», dice Ekatarina, che ora si ricorderà anche del «piccolissimo cervello di topo di tredici giorni...».

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