Trieste, la Ferriera assume trenta cassintegrati

Firmato l’accordo con la Regione che farà i corsi di formazione. L’ad Lupoli: «Presto ingaggeremo altri operai e impiegati»
Il nuovo laminatoio di Servola
Il nuovo laminatoio di Servola

TRIESTE Cresce ancora l’organico di Siderurgica Triestina, la società del Gruppo Arvedi che gestisce la Ferriera di Servola. Ieri è stato firmato un Protocollo d’intesa che porterà all’assorbimento degli ultimi trenta lavoratori ancora cassintegrati della Lucchini grazie a corsi di formazioni gratuiti che saranno svolti dalla Regione.

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Silvano Trieste 14/04/2016 Visita alla Ferriera di Servola, Arvedi

Il muro dei 500 dipendenti è stato da tempo abbattuto e ieri l’amministratore delegato di St, Antonio Lupoli ha potuto affermare che «nuovi impianti porteranno all’assunzione di altro personale, sia operai che impiegati».

La crescita, a patto che rimanga in funzione l’area a caldo, dovrebbe avvenire con la graduale attivazione, già innescata, dei singoli reparti del laminatoio a freddo e quando questo, l’anno prossimo, funzionerà a regime si dovrebbe arrivare, secondo il Piano industriale, a un organico complessivo di 700-800 persone.

«La firma di un Protocollo d'intesa con le parti sociali e Siderurgica Triestina per la formazione e il ricollocamento di trenta lavoratori - ha commentato l’assessore al Lavoro, Loredana Panariti - dimostra l'utilità del servizio pubblico a favore dei lavoratori e delle imprese e la bontà di un percorso iniziato a febbraio 2016 che ha già portato al reinserimento di 14 persone».

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«I trenta lavoratori interessati - specifica una nota della Regione - saranno immediatamente contattati dall'Agenzia regionale per il lavoro. Dopo una prima riunione illustrativa generale, colloqui personalizzati permetteranno di definire i percorsi più utili al ricollocamento, tenendo conto delle competenze dei lavoratori e del fabbisogno dell'azienda».

Il Protocollo sottolinea che lo scopo relativamente a questi lavoratori è «una ricollocazione nell’organico aziendale compatibile con la nuova situazione organizzativa e produttiva e il relativo assetto delle posizioni di lavoro e coerente con le attitudini e le capacità dei lavoratori, nonché in particolare per i soggetti interessati da limitazioni funzionali, con le relative idoneità mediche qualora conosciute e disponibili». Si tratta infatti di un reinserimento particolarmente delicato essendo presenti tra la trentina di lavoratori alcuni con disabilità fisiche che impongono una collocazione adeguata.

«Il sindacato autonomo Failms - commenta il segretario provinciale Cristian Prella - considera fondamentale la tutela dei lavoratori che sono affetti da gravi patologie o hanno contratto invalidità nel corso di questi anni. Non accetteremo soluzioni compromissorie.

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Un interno dello stabilimento di Servola

Se l’azienda intende realmente perseguire un progetto credibile che segni una rottura rispetto alle gestioni passate deve spendere tempo e risorse nei confronti di tutti i soggetti , anche quelli più deboli e meno visibili». E analoga vigilanza per evitare decisioni discriminatorie nei confronti di soggetti con problemi fisici viene assicurata da Thomas Trost rsu di Fiom-Cgil.

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