Trieste, la confessione: «Mi tradiva, ho dovuto ucciderla»

Nell’interrogatorio l'ex marito e assassino Dragoslav spiega cosa l’ha spinto ad ammazzare l’ex moglie
Slavica Kostic, 37 anni, la vittima
Slavica Kostic, 37 anni, la vittima

TRIESTE. «Slavica mi aveva baciato quando, il 23 aprile, ci eravamo incontrati a Kucevo in Serbia. Eravamo nella sua auto. Avevamo parlato in maniera amichevole».

Trieste, uccisa a coltellate dall’ex marito la badante scomparsa da aprile
A sinistra, Slavica Kostic; a destra, la fuga di Dragoslav Kostic (qui fa benzina) il giorno dell'omicidio

«Le avevo dato anche 50 euro perché mi aveva chiesto dei soldi. Ma non mi fidavo di lei, per questo poi sono poi venuto a Trieste. Non ero convinto delle belle parole di Slavica. Volevo controllare che fosse sola in casa».

 

 

 

Dragoslav Kostic, 61 anni, detto Drago, l’ex marito della donna trovata cadavere in una discarica sul Carso e reo confesso del suo omicidio, ha spiegato con queste parole davanti al pm Matteo Tripani e agli investigatori della Squadra mobile, le motivazioni che l’hanno spinto a uccidere quella che fino a pochi anni fa era sua moglie. Drago ha raccontato il viaggio lampo di 1400 chilometri andata e ritorno da Kucevo a Trieste.

 

Un viaggio compiuto appunto per verificare se, come lui temeva, Slavica stava con un altro uomo. Un affronto che, ha ammesso l’uomo alla presenza dei suoi difensori Roberto Mantello e Carmelo Genovese, non poteva proprio tollerare. Perché Slavica, lo ha ribadito più volte, era solo sua. Mai e poi mai quindi avrebbe tollerato che frequentasse un nuovo compagno. Specie nella casa di via del Roncheto 91, che lui stesso aveva pagato.

Kostic non si è limitato però a spiegare il movente dell'omicidio. Ha anche descritto nel dettaglio come si è sbarazzato del corpo della donna, abbandonata in un deposito di materiale edile. L’interrogatorio, il primo dopo l’arresto, è avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì in un ufficio all’ultimo piano della Questura.

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La casa di via del Roncheto 91

Drago, che era appena stato raggiunto dalla polizia, non ha perso tempo e ha iniziato a raccontare: «Sono partito dalla Serbia con la mia Ford Mondeo, arrivando a Trieste verso mezzanotte del 24 aprile. Subito sono andato nella casa di via del Roncheto. Ho aperto il cancello del giardino con le chiavi che avevo con me. Poi sono entrato in casa e la porta, che senza volere ho sbattuto facendo rumore, non era chiusa a chiave».

A questo punto parla dell’altro, il rivale. Dell’uomo che, secondo Drago, era in quei momenti con Slavica. Dice: «Ho sentito il rumore di una finestra che si apriva. Sono andato verso la mia camera e ho visto l’ombra di un uomo che si stava allontanando. Ho chiesto spiegazioni e Slavica mi ha risposto che non mi doveva interessare quello che faceva».

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