Trieste, la Color Run traina la città, ma esplode la grana treni

Il settore alberghiero registra un 20% in più nei “tre stelle”. Pienone nei locali. Polemica sul mancato potenziamento del servizio ferroviario per Udine
Il corteo colorato della Color Run (Silvano)
Il corteo colorato della Color Run (Silvano)

TRIESTE Pieni i “tre stelle”, e va benissimo così. Piene le trattorie, e va altrettanto bene anche questo. Ma pieni pure i treni. Al punto che il regionale per Udine delle otto e mezza di sera, bloccato dal sovraccarico di passeggeri in “multicolor”, è partito con cento minuti di ritardo lasciando gli “esuberi” in stazione, poi dirottati su un convoglio-bis straordinario messo in moto alle dieci e mezza e su sei pullman sostitutivi precettati al volo da Trenitalia, che nel “day after” ha rimbalzato ad organizzatori ed istituzioni le lamentele dell’utenza.

All’indomani della sua seconda vernice (è proprio il caso di dirlo) in due anni di fila, la tappa triestina della Color Run scopre il suo “dark side”, l’altra faccia della propria medaglia. Quella che non luccica. Ma che fa “curriculum”, necessaria se vogliamo ad assurgere ad alto rango. Esiste, d’altronde, un grande evento che si rispetti sterilizzato da polemiche? Cominciamo da queste, allora.

Al di là dei malumori della vigilia degli esercenti di Campo Marzio, che dopo la scelta di Porto Vecchio si sono sentiti tagliati fuori dal “giro” d’affari del tracciato, o degli automobilisti più o meno distratti, che avevano parcheggiato sulle Rive prima della loro chiusura senza tener presente dagli avvisi che poi ne sarebbero rimasti “ostaggio”, e al di là ancora dei “momenti no” capitati nel cuore della corsa (di cui riferiamo sotto, ndr) o subito dopo, con certi “color runners” che si sono visti respingere da alcuni tassisti preoccupati per la tappezzeria dei sedili, il vero “veleno” di una manifestazione comunque riuscita è rimasto nella coda. A corsa abbondantemente conclusa.

All’ora di cena, in effetti, un mai visto fiume “svariopinto” di podisti ha iniziato a scorrere verso la stazione ferroviaria e lì, anziché defluire un po’ alla volta, ha tracimato. Di nervi. Il regionale delle otto e mezza - quello che doveva portare a casa una larga percentuale di quelli venuti dall’Isontino e dal Friuli - s’è riempito talmente tanto che non è neppure partito.

Color Run, caos alla Stazione ferroviaria. Partenze con forti ritardi
Un treno alla stazione di Trieste (archivio)

Parte dei passeggeri, pur muniti di biglietto, è stata fatta scendere. Il treno ha potuto lasciare la stazione in direzione Udine, in piene condizioni di sicurezza, alle 22.10, con un’ora e quaranta di ritardo. Alle 22.29, quindi, è stato fatto partire un secondo treno straordinario, cui hanno fatto seguito sei pullman. Un delirio gestito in “real time” da Trenitalia e Polfer, la polizia ferroviaria. «Ci dispiace per quanto è avvenuto - hanno fatto sapere ieri pomeriggio dall’Ufficio stampa di Trenitalia - ma nessuno ci aveva avvisati né chiesto niente e così non ci è stato possibile organizzare per tempo un servizio straordinario cui abbiamo dovuto invece ricorrere in via urgente dopo, a spese di Trenitalia. Era compito dell’organizzazione dell’evento, o in alternativa degli enti locali, richiederlo anticipatamente, e pagarlo, come avviene normalmente per altri eventi eccezionali, dal Carnevale di Venezia al raduno degli alpini ad esempio. Una volta erano le Ferrovie a organizzare tali servizi a prescindere, servizi che talvolta poi andavano deserti, ma ora la richiesta deve arrivare da chi è responsabile della manifestazione. Peccato, perché all’andata la gente è arrivata alla spicciolata. Ne avessimo solo avuto sentore, avremmo cercato comunque di farne fronte diversamente».

Il popolo di Facebook: «Alla Color run mancava il colore»
Ragazzi si rotolano a terra alla Color Run: il colore è finito (Silvano)

«Ciò che rileva Trenitalia è corretto», premette Fabio Carini, presidente della Bavisela, che ha gestito “in loco” la tappa triestina della Color Run, la cui organizzazione compete al ramo sportivo dell’editoriale Rcs. «E infatti - aggiunge Carini - siamo dispiaciuti e sorpresi del fatto che l’aspetto dei treni sia rimasto nel limbo e sia stato risolto all’ultimo da Questura e Polfer. Ricordo che la Bavisela è il “service” locale per il percorso, la parte burocratica dei permessi e delle relazioni con le istituzioni. Il resto spetta a quella che è una grande organizzazione nazionale».

Una puntura all’Rcs? «Assolutamente no ma la prossima volta saremo certamente tutti molto più vigili», diplomatizza elegantemente Carini prima di reclamare la faccia che luccica: «Abbiamo portato a Trieste l’evento, di corsa ludica, più numeroso della storia, con 16mila partecipanti, su 21mila totali, venuti da fuori. Un successo che segna un passo importante nel lavoro che la Bavisela sta portando avanti con le istituzioni per portare grandi eventi in una città che nulla ha da invidiare, quanto a scenari, location, sinergie e capacità organizzative, ad altri posti. Siamo orgogliosi anche di aver aperto la città nella città, in Porto Vecchio, pur con tutte le difficoltà connesse, anche burocratiche. Nessuno aveva mai portato così tanta gente lì dentro».

È l’ora della Color Run: festa per 21mila
La festa prima della partenza in Porto Vecchio (Foto Andrea Lasorte)

E il placet arriva pure dagli operatori dell’indotto. In attesa di dati da leggere a freddo la presidente di Federalberghi fa notare che «circa il 20% dell’occupazione complessiva degli hotel, per intanto dei tre stelle, in un week-end comunque positivo per la concomitanza di altri eventi, è da attribuirsi a partecipanti e organizzatori della Color Run».

Che viene promossa anche dal numero uno Fipe Bruno Vesnaver: «Anche se molti se ne sono venuti e andati il giorno stesso, anche se l’età media delle persone coinvolte in tale manifestazione è giovane, con una capacità di spesa non elevata, e anche se qualche cliente abituale dei ristoranti sulle Rive che è solito arrivarci in auto avrà storto il naso, il lato positivo è indubbio e prevale. I vari locali, anche all’ora di pranzo, erano tutti pieni. Ma, al di là degli affari, il dato più importante restano quelle 21mila presenze. È il segno che questa città è sempre più aperta, anche nella mentalità». E la prossima volta, c’è da giurarci, avrà pure un treno regionale in più pronto a partire per Udine.

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