Trieste, la Chiesa “scomunica” la ronda di Forza Nuova: «Speculano sulla paura»
TRIESTE «Non vorrei che si tornasse alle ronde di certi tipi di regimi che hanno avvelenato il nostro vivere libero e democratico. Abbiamo già le forze dell’ordine che svolgono i loro compiti e presto anche i vigili con le pistole. Cosa vogliamo di più? Un regime carcerario?». Non usa mezze parole don Ettore Malnati, braccio destro del vescovo di Trieste Crepaldi, sul caso della ronda di Forza Nuova di venerdì sera in zona stazione da parte di un gruppo di militanti della formazione neofascista. «Bisogna reagire: se noi stiamo zitti, questi fanno di noi quello che vogliono. In Europa assistiamo a un rigurgito xenofobo e razzista e quindi è necessario essere all’erta e denunciare senza paura». Sul clima che si respira in questi ultimi tempi in città, don Malnati insiste su un punto. «Questa mattina (ieri, ndr) ho detto ai ragazzi durante la messa: “guai a smorzare la nostra solidarietà”. Non è un discorso di buonismo: è un discorso che si inserisce nella nostra cultura di accoglienza, soprattutto qui a Trieste. Questi personaggi speculano sulla paura e così facendo ci fanno diventare razzisti».
«Le ronde? Mi hanno fatto amaramente sorridere. Come pretendono dei semplici cittadini di sostituire le forze dell’ordine?». A chiederselo è don Mario Vatta, fondatore della comunità di San Martino al Campo. Che aggiunge: «Non riesco a capirne le finalità. Mi pare che Trieste sia una città abbastanza “in sicurezza”. Dove sono tutti questi delinquenti, questi stupratori? Si vuole alimentare la paura? Dove si vuole arrivare con queste azioni? Ci sono forse dei dati preoccupanti sui reati?». Anche don Amodeo, della Caritas, prende le distanze. «Non capisco come si possa chiedere legalità eseguendo un’azione illegale. Negare, però, che in quella zona dove è avvenuta la ronda ci siano problemi, è una stupidaggine. Il problema esiste, ma non lo si affronta in questo modo».
Critico con la “spedizione” neofascista anche Gianfranco Schiavone, dell’Ics. «Si tratta di una iniziativa pericolosa e illegale. C’è una evidente e grave responsabilità del comune di Trieste: non è possibile che il responsabile della sicurezza urbana (il vicesindaco Polidori, ndr) sostenga queste iniziative. Chiederò formalmente alla prefettura e alla questura di intervenire perché cessino immediatamente. Prenderemo tutte le misure necessarie per identificare queste persone e denunciarle alle autorità. Lega e Forza Nuova sono ormai la stessa cosa: ci sono fior di inchieste sul fatto che queste due organizzazioni siano in realtà un unico soggetto».
Smorza un po’ i toni Walter Milocchi, comandante della Polizia locale. «Se ci sono persone che vanno in giro e telefonano alle forze dell’ordine segnalando qualcosa che non va, non vedo il problema. Quando queste ronde diventano organizzate dobbiamo stare attenti, ma venerdì sera non ci sono state criticità. Mi è sembrata meramente un’azione politica. Queste “passeggiate” lasciano il tempo che trovano».
Molto dura l’Anpi che in una nota scrive: «I cittadini non hanno bisogno di simili pagliacciate che possono facilmente evolversi in dimostrazioni di intolleranza, prevaricazione, razzismo e oppressione anche fisica del diverso e del dissenso. Simili pericolose iniziative non sono la risposta ad un problema ma, al contrario, un’attenta, voluta e ben orchestrata operazione di esasperazione».
Non commentano nemmeno oggi né il governatore Fedriga né il prefetto Porzio. Solo il questore Fusiello fa sapere che «domani (oggi per chi legge, ndr) ne parlerò con il prefetto per sapere se per caso lei ha avuto segnalazioni di questo genere. In questura non ne sono arrivate e neanche ai carabinieri. Io l’ho appreso dal giornale».
E ora le ronde di FN arriveranno anche in Parlamento e sul tavolo del ministro Salvini. Lo ha annunciato ieri la deputata Pd Debora Serracchiani la quale presenterà un’interrogazione «per chiedere al ministro di chiarire se sia accettabile che gruppi organizzati, che si richiamano a ideologie di estrema destra, svolgano un’attività di controllo che vuole sostituirsi o sovrapporsi a quella legittima dello Stato».
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