Trieste, la bora concede una tregua. La pioggia no
TRIESTE La bora, come si è visto già ieri, sta concedendo un po’ di tregua. Con molta probabilità, avvertono gli esperti meteo, tornerà a farsi sentire la prossima settimana. Non prima. Niente di strano per un inverno triestino degno di questo nome.
Il fronte del maltempo, quello con neve e gelo che ha aggredito la costa in questi giorni, è comunque già alle spalle: le temperature diurne tendono a stabilizzarsi attorno ai 5 gradi, mentre quelle notturne – come segnalato dalla Protezione civile – possono però scendere sotto lo zero, creando altre formazioni di ghiaccio in periferia e nell’altipiano carsico. Oggi è attesa ancora pioggia a partire dalla tarda mattinata e per tutto il pomeriggio.
Esaurito l’effetto della morsa del gelo, siamo dunque entrati insomma in una nuova perturbazione, più tenue di quella appena passata. È la seconda fase dell’inverno, dopo settimane di siccità e temperature più alte della media. Ma in realtà non di molto – almeno secondo le statistiche in mano agli addetti ai lavori – nonostante l’immaginario collettivo: circa un grado sopra la media sia su pianura che su costa.
«Questo è accaduto perché ci sono state pressioni di origine africana che hanno portato aria calda in quota - spiega Arturo Pucillo, previsore dell’Arpa-Osmer - e hanno favorito un’inversione termica che ha determinato, tuttavia, un raffreddamento durante le ore notturne. In due mesi di anticiclone il meccanismo si è consolidato. Trieste, in particolare, ma pure Udine - precisa l’esperto - ha assistito a dicembre a una media di appena un grado al di sopra delle medie, nonostante il caldo inusuale percepito dalle persone. In questi ultimi tre giorni, invece, siamo ritornati al di sotto, a causa di una serie di moderati fronti atlantici. Fronti che - chiarisce ancora il previsore dell’Arpa-Osmer - hanno causato delle basse pressioni sull’Adriatico. Queste, a loro volta, hanno comportato l’afflusso di correnti di bora e nevicate a quote basse».
E il vento? «Probabilmente per almeno una settimana non ci dovrebbero essere altre raffiche forti - è l’analisi di Pucillo -. Per assistere a un ritorno della bora, quella che conosciamo tutti, dobbiamo attendere ancora qualche giorno».
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