Trieste, iscrizioni in calo nei nidi: dimezzate le liste d’attesa
Meno domande e meno liste d’attesa, iscrivere i bimbi in asilo diventa più facile. Ma il dato, che certamente alleggerisce l’angoscia dei genitori nella caccia al posto, ha un altro lato della medaglia, più preoccupante: la crisi demografica, con i costante calo dei nati, e le difficoltà sempre maggiori per le famiglie a pagare le rette mensili. Meglio bussare alle porte dei nonni, se possibile, che a quelle delle strutture private, pubbliche o convenzionate.
Le tabelle in mano al Comune presentano numeri chiari, che descrivono a pennello il fenomeno. A cominciare dai nidi d’infanzia, la fascia 0-3: 1265 le richieste di accesso pervenute al municipio nel 2012, 1058 per il 2015; -207. Va da sé che l’elenco delle famiglie che aspettano di inserire i figli si è dimezzato: 476 nel 2012, 243 oggi. Ha contribuito anche lo sforzo della giunta Cosolini che ha allargato gli spazi disponibili, saliti di 71 nel giro di qualche anno (da 922 a 993). Tra il 2012 e il 2013 sono infatti aumentati i posti nelle strutture “La Mongolfiera” e “La Nuvola”, così come nel nido aziendale comunale, oltre all’apertura del nuovo nido di largo Niccolini avvenuta nell’annata successiva.
Trend simile nelle scuole d’infanzia (3-6): scendono le domande (da 1062 a 977) e, a fronte comunque di una lieve diminuzione degli spazi complessivi (da 2537 a 2516) registrata nelle strutture comunali, le liste di attesa sono passate da 88 del 2012 a 21 del 2014. L’ultimo dato rilevato il 17 giugno scorso in vista del prossimo anno scolastico, si attesta a 112 ma, come avviene generalmente, i conti si faranno alla fine tenendo conto delle rinunce.
L’assessore all’Infanzia Antonella Grim è soddisfatta. «Abbiamo lavorato bene - dice, consapevole però del fatto che il crollo delle iscrizioni fa quantomeno pensare -. Andrebbe fatto uno studio approfondito perché potrebbe essere il sintomo di una difficoltà generale per le famiglie di accedere ai servizi. Però a mio avviso servirebbe un’analisi comparata anche rispetto ad altri Comuni per poter fornire una motivazione obiettiva. Il dato potrebbe comunque essere collegato al calo del tasso demografico, che si sta palesando in questi ultimi anni. Esprimersi con un’analisi sensata non è semplice - avverte - e potremmo cadere nel superficiale». Ma per Piero Camber di Forza Italia lo scenario è chiaro: «In tempi di contrazione della spesa le famiglie tagliano i bilanci - commenta - e una retta al nido, in una famiglia di due impiegati da 2.500-3.000 euro, costa circa 450 euro al mese. Un mutuo. Così si utilizzano le nonne, le “tagesmutter” (le mamme di giorno, anche a rotazione) o qualsiasi altra formula che consenta un congruo risparmio».
I numeri parlano comunque di un generale abbattimento delle liste d’attesa. «Il programma di mandato di questa amministrazione - ricorda l’assessore - indicava proprio la necessità di incrementare l’offerta soprattutto nella fascia 0-3, che rimane con una lista piuttosto corposa rispetto al segmento 3-6 dove invece oggi siamo in grado di rispondere al 98% delle richieste». Nel 2012, effettivamente, si riusciva a far fronte al 92%: il balzo c’è. «È stata una precisa scelta politica della giunta - rivendica Grim -. L’apertura di largo Niccolini, ad esempio, ha portato una ventina di posti in più. Senza dimenticare i convenzionati, visto che in questi ultimi quattro anni abbiamo incrementato di 39 il numero complessivo disponibile. Quindi tra asili nido comunali gestiti direttamente, e i convenzionati, l’offerta è crescita di 71 unità». In questi giorni sono uscite le graduatorie provvisorie dei nidi per l’anno scolastico 2015-2016: al 23 giugno la lista d’attesa per i 0-3 ammonta a 517. Ma anche qui, l’elenco è provvisorio, ed è destinato a diminuire per effetto di chi si ritira o fa doppie domande, anche in strutture private. In ogni caso, confrontando le annate, se per la fascia 3-6 (scuole per l’infanzia) il Comune oggi ce la fa a soddisfare il 98% del fabbisogno (92% nel 2012), il segmento 0-3 (nidi d’infanzia) resta il più critico dal momento che si dà risposta al 77%, pur sempre un miglioramento rispetto al 62% del 2012. «Dato positivo – riflette Grim - che cercheremo di confermare anche per le nuove graduatorie».
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