Trieste: Interporto di Fernetti, Friulia sale al 39%
TRIESTE. La giunta regionale formalizza l’intenzione di acquisire da settembre le quote societarie che l’ex Provincia di Trieste detiene nell’Interporto di Fernetti, attraverso il loro passaggio alla finanziaria regionale Friulia spa.
La holding erediterebbe di fatto gratuitamente il 36% in mano al disciolto ente provinciale e passerebbe dal 3% al 39%, diventando il soggetto più forte della compagine societaria, con un pacchetto del valore di circa 2 milioni di euro.
La mossa è contenuta in un emendamento di tre righe alla manovra di assestamento di bilancio, che incassa tuttavia le perplessità di una parte della maggioranza, dove c’è chi considera inaccettabile il blitz non preannunciato dell’esecutivo di Debora Serracchiani.
La presidente sta giocando in prima persona la gestione della logistica triestina e regionale, appena rinvigorita dal decreto di istituzione del porto franco e dalla creazione di un primo nucleo della “free zone” doganale nel comprensorio di Wärtsilä Italia.
La strategia di Serracchiani per l’Interporto sarà formalizzata a fine luglio, con l’approvazione del ddl da parte del Consiglio regionale, ma l’emendamento è stato intanto stralciato dai lavori di Commissione su richiesta di Giulio Lauri (Sel Fvg), Mauro Travanut (Mdp) Stefano Ukmar (Pd).
Per Lauri, «bisogna chiarire quale sarà il core business di Friulia e se non sia opportuno creare un nuovo soggetto per gestire la gigantesca partita della logistica regionale». Ukmar parla di «fulmine a ciel sereno» e chiede che «il processo sia condiviso con il territorio», mentre Travanut domanda un «approfondimento politico».
L’assessore alle Finanze, Francesco Peroni, rimanda le spiegazioni all’aula, ma sottolinea intanto «l’esigenza strategica di accompagnare il sistema dei punti franchi. Friulia diventerà il braccio regionale per accompagnare il processo di sviluppo portuale e retroportuale, ricordando che la società detiene un ruolo anche nell’Interporto di Cervignano».
Ci saranno certamente incontri preliminari in maggioranza perché la partita è delicata perché riguarda il futuro ruolo di Friulia nel campo della logistica e il nodo del coinvolgimento del territorio.
L’operazione risulterà infatti come un tentativo di accentramento da parte dei Comuni di Trieste e Monrupino, che detengono rispettivamente il 24% e il 12% dell’Interporto e che speravano di ereditare una parte delle quote della ex Provincia, da rivendere magari successivamente per fare cassa.
Al contrario dei colleghi di maggioranza, Pietro Paviotti (Citt) appoggia la linea della giunta: «Investire Friulia di un ruolo più centrale nella gestione dell’Interporto rappresenta un’occasione di crescita per l’intera regione».
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