Trieste, inquilini Ater “silenti” a rischio sfratto
L’Isee non dà tregua agli inquilini dell’Ater tanto da diventare, per un motivo o per l’altro, un incubo. Quasi il 25%, pari a 2.600 famiglie sulle 11mila totali che risiedono in una delle case dell’ente di edilizia pubblica residenziale, non ha infatti consegnato le dovute autocertificazioni entro il 31 ottobre, il termine ultimo per la presentazione. Azione necessaria, questa, per ricalcolare, come ogni biennio, i futuri canoni. Chi è in difetto ha davanti amare conseguenze a partire da gennaio 2018, se non si mette in regola in extremis.
A lanciare l’allarme è proprio l’ente stesso, che sollecita fin da subito tutta la fetta di popolazione che non ha ancora adempiuto alla consegna a procurarsi la documentazione, «indispensabile appunto per una corretta ed equa quantificazione del canone di locazione per il biennio 2018-2019».
La proroga viene ora spostata al 31 dicembre, senza eventuali sanzioni: se entro tale data però non perverranno tutte le documentazioni, dal primo gennaio scatterà la maggiorazione dell’affitto e in seguito persino la revoca delle assegnazioni degli appartamenti. Atto, quest’ultimo, espressamente previsto per le ipotesi di omessa o mendace autocertificazione dell’Isee e della situazione anagrafica. Una procedura automatica che segue l’iter come da legge regionale. Non potendosi basare su alcun calcolo del reddito di ciascuna famiglia, l’Ater elaborerà un affitto sanzionatorio pari a 550 euro al mese. Una tegola non da poco, visto che la media mensile per alloggio si aggira attorno ai 135 euro.
Partiranno sicuramente degli avvisi alle persone che finora non sono riuscite a rispondere in modo completo alle richieste. Già a metà settembre, verso la data di scadenza, erano stati inviati dei bollettini informativi. «Noi sollecitiamo gli assegnatari – spiega il direttore Ater Antonio Ius – affinché gli inquilini prendano appuntamento al Caf e quindi producano la documentazione necessaria». Così come sono stati sollecitati i Servizi sociali del Comune e l’Azienda sanitaria affinché a loro volta possano stimolare i loro assistiti, «poiché come noto nelle case Ater ci sono anche diverse persone con situazioni problematiche a vario titolo».
Il caso è stato anche oggetto di confronto tra le organizzazioni sindacali degli inquilini e le Ater della regione nell’incontro tenutosi a Udine proprio il 31 ottobre.
In tale occasione, in particolare dal sindacato di settore, Sunia, è stata evidenziata la diffusa criticità esistente, principalmente nell’area giuliana, per l’acquisizione ai Caf dell’attestazione Isee e ciò in dipendenza dell’elevata mole di richieste.
«Per parte Ater – si legge in comunicato diramato dall’ente di edilizia convenzionata – si è precisato che il mancato rispetto del termine del 31 ottobre, originariamente assegnato a tutti gli inquilini della regione, non comporta sanzioni specifiche. Ma con altrettanta chiarezza è stato affermato che, se le Ater non entreranno in possesso delle prescritte autocertificazioni, con il primo gennaio scatteranno per gli inquilini pesanti conseguenze».
Il fatto che non siano state rispettate le date di scadenza è una questione che interessa comunque tutte le diverse Ater del territorio. «Le percentuali di famiglie che non hanno consegnato in tempo l’Isee sono simili anche nelle altre province – afferma Ius – ma dipende ovviamente dal bacino di utenza a cui si fa riferimento». Oltre a sottolineare la difficoltà dei Caf a riuscire a smaltire tutte le pratiche, Ius osserva come tra le problematiche che coinvolgono i diversi affittuari rientrino «una differente risposta alla domanda» o «la difficoltà ad acquisire l’Isee»: «Qualcuno pensa di arrivare il giorno dopo la scadenza o magari si dimentica dell’incombenza oppure ci sono altri problemi» che impediscono l’espletamento della pratica. «Auspichiamo – ancora Ius – diligenza da parte di tutti. Alla fine sono sicuro che ce la faremo, ma è meglio sollecitare piuttosto che fatturare nuovi canoni. Chi è partito per tempo, comunque, è riuscito a portare tutto entro il 31 ottobre, d’altronde il mese di partenza per assolvere il compito era giugno».
Dunque «Ater e le organizzazioni sindacali degli inquilini – conclude la nota – fanno appello ai ritardatari a produrre il prima possibile quanto richiesto».
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