Trieste, ingegneria navale a corto di professori

Negli ultimi nove anni la Facoltà di Trieste ha perso sette docenti su undici. Fincantieri lancia l’allarme con Bono. Il rettore: «Problema non immediato»
La Carnival Vista
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TRIESTE «Dire che Trieste rischia di restare a corto di insegnanti di Ingegneria navale è un po’ come se a Cortina si dicesse che c’è carestia di guide alpine a causa del blocco del turnover» borbotta un operatore del mondo del mare triestino. Si riferisce al problema sollevato dall’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ai margini di Link Premio Lucchetta Incontra: «Abbiamo lavoro per i prossimi cinque anni e anche più in là. Siamo in condizioni di salute da prendere ad esempio» ha esordito Bono. «Ma - ha aggiunto - rischiamo a breve di non avere più ingegneri navali perché le facoltà di Ingegneria navale italiane, Genova, Napoli e Trieste, hanno carenza di professori».

Il rettore dell’università di Trieste Maurizio Fermeglia, in risposta, assicura che «almeno per un paio d’anni il problema è arginato», che «il caso di Genova è più difficile del nostro» e che in ogni caso «non si può parlare di chiusura». Per il vertice dell’ateneo «la situazione va monitorata, ma abbiamo tempo fino al 2017-2018 per metterci una pezza».

Fincantieri e Porto Vecchio, “no se pol” nel 2002
Foto BRUNI 22.04.16 LINK-Premio Luchetta-Serracchiani e Bono

I numeri. Nel 2007 il corpo docenti dell’ateneo in materie afferenti all’ambito navale (architettura e costruzioni navali, impianti marini eccetera) ammontava a un totale di undici strutturati. Di questi quattro erano professori ordinari, cinque associati e due ricercatori. Nel novembre 2016 i ranghi saranno scesi a quattro associati più un ricercatore. Entro il 2018, se nulla dovesse cambiare, resteranno tre associati e il ricercatore (che nel frattempo dovrebbe diventare associato a sua volta, ma nemmeno su questo ci sono garanzie assolute). Nell’arco di nove anni, insomma, il corso ha perso sette docenti su undici. La causa? I pensionamenti che, uniti al blocco del turnover, hanno decimato il corpo insegnanti. Commenta Fermeglia: «Il corso non era in sofferenza, ma una serie di pensionamenti ha creato delle potenziali difficoltà». I problemi, però, «non sono immediati»: «Parlare di chiusura è fuorviante e sbagliato». Dice ancora il rettore: «Il dipartimento di Ingegneria dovrà affrontare la questione nel definire le sue priorità di reclutamento per quest’anno e per il prossimo. Potremmo trovare una quadra forse già entro il 2016».

La vicenda, aggiunge Fermeglia, potrebbe avere anche dei risvolti legati a scelte nazionali: «Dei parlamentari genovesi hanno preparato un’interrogazione in cui chiedono l’allocazione di risorse specifiche per questo ambito strategico». Secondo Fermeglia questo è un «ragionamento giustissimo», ma bisogna tener conto anche del potenziale privato: «Di risorse potrebbe metterne anche Fincantieri, saremmo ben lieti di utilizzarle. È probabile che il ministero risulti sensibile alla richiesta dei deputati, ma anche i privati possono finanziare cattedre. Accade già nel resto del mondo». Un appello, quello del rettore, ripreso anche dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini.

Nei giorni scorso Bono ha avuto un botta e risposta con il rettore dell’università di Genova sulle pagine del Secolo XIX. L’ad di Fincantieri ha rivendicato il fatto che l’azienda, attraverso la propria controllata Cetena, finanzia una cattedra di Ingegneria navale alla Scuola politecnica genovese per un totale di circa 90mila euro all’anno. Fincantieri sottolinea anche nel caso di Trieste quanto dichiarato allora: «Questo tipo di investimenti è fondamentale per il gruppo per supplire alle carenze dell’offerta accademica, soprattutto perché permette di far sopravvivere discipline davvero coerenti con la realtà economica del Paese, a differenza di altre che sottraggono risorse pubbliche senza produrre una conoscenza utile al mondo del lavoro di oggi». L’azienda ha diramato poi una nota in cui comunica in forma estensiva tutte le relazioni fra il gruppo e il mondo accademico del Friuli Venezia Giulia. Figurano in elenco «convenzioni pluriennali con le università di Trieste e Udine finalizzate allo svolgimento di tirocini curriculari e post laurea, nonché allo svolgimento di progetti di tesi in azienda. Una cattedra ricoperta da Fincantieri nell’ambito del corso di laurea in Ingegneria navale dell’università di Trieste (ingegner De Lorenzo). Seminari e testimonianze aziendali nell’ambito dei corsi di laurea di ingegneria, economia etc. da parte di manager di Fincantieri su temi specifici».

In effetti i numeri di Genova disegnano il quadro di una crisi ancora più grave di quella triestina. Il Fatto quotidiano ha rivelato che nel capoluogo ligure il corso di Ingegneria navale conta circa mille studenti ma solo quindici docenti. Il rapporto è di uno a 80 contro una media di uno a 12 valida per l’ateneo genovese nel suo complesso. Alla fine di quest’anno a Trieste il rapporto sarà di uno a quaranta. Un dato che è sì la metà di quello genovese, ma che denota comunque una situazione di difficoltà.

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