Trieste, inaugurato il murale di via Cumano

TRIESTE «Siamo orgogliosi di inaugurare un’opera che ha un importante significato e che si inserisce nella grande tradizione di ospitalità e accoglienza di questa città». L’assessore comunale Andrea Dapretto respinge al mittente le polemiche sorte intorno al maxi-murale realizzato su una delle facciate del complesso Ater di via Cumano e nel corso della cerimonia di inaugurazione, davanti a una folta cornice di residenti e curiosi, difende a spada tratta l’opera di “street art” supportata da Comune e Ater che rientra nel progetto nazionale dell’Unar, nell’ambito della Giornata mondiale del rifugiato.
«Il luogo scelto è perfetto» - ha ribadito Dapretto -. «Questo complesso residenziale è quello con la maggiore presenza di cittadini stranieri e dunque rappresenta un felice esempio di integrazione». Concetti ripresi da Raffaele Leo, amministratore unico dell’Ater che ha parlato di «un’opera di grande effetto oltre che di profondo significato e che guarda a un futuro fatto di integrazione».
A spiegare il significato del disegno ci ha pensato l’autore, Mattia Campo Dall’Orto: «È un’opera che si ispira ai fatti che viviamo ogni giorno e dovremmo tutti metterci nei panni di queste persone che devono abbandonare la loro casa». Poi una replica sulle critiche che hanno diviso la cittadinanza. «Se c’è dissenso, vuole dire che l’opera trasmette qualcosa: preferirei però che la discussione si spostasse sul messaggio di solidarietà, empatia e accoglienza veicolato dal murale».
Per quanto riguarda il sondaggio web sul sito del Piccolo con protagonista proprio il murale, ecco i risultati: oltre duemila i voti, l’opera di Dall’Orto è stata “bocciata” dal 66% dei votanti (al 34% invece piace).
QUI SOTTO IL RISULTATO DEFINITIVO E DETTAGLIATO

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