Trieste, in Tribunale la guerra per le ballerine di lap-dance
Ballerine di lap-dance, luci soffuse, separè accattivanti, musica e un ristretto numero di clienti che tirano le ore piccole. L’accesa rivalità tra i gestori di due locali della Trieste «by night» (Mexico e Ottaviano Augusto) è stata la causa scatenate del processo che lunedì si è celebrato davanti al giudice Giorgio Nicoli

TRIESTE
Ballerine di lap-dance, luci soffuse, separè accattivanti, musica e un ristretto numero di clienti che tirano le ore piccole. L’accesa rivalità tra i gestori di due locali della Trieste «by night» è stata la causa scatenate del processo che ieri si è celebrato davanti al giudice Giorgio Nicoli. Sul banco degli imputati era seduto Marino Paoletti, gestore del «Mexico», l’ultimo baluardo di chi si sente solo e cerca un po’ di compagnia e generosità femminile. Un metro più in là con addosso una sgargiante camicia viola era in attesa di poter deporre il suo accusatore. Si chiama Mohammed Kabir, è nato in Marocco ma a Trieste è conosciuto come ”Mimmo” anche perché per parecchie stagioni ha diretto l’«Ottaviano Augusto», un locale notturno che ha «distratto» dal Mexico parecchia affezionata clientela.
«Paoletti mi accusava di rubargli le ballerine e di portargli via i clienti che seguivano nel mio locale le artiste che avevo scritturato. Ma erano loro a licenziarsi per venire da me» ha raccontato il gestore dell’«Ottaviano Augusto» per spiegare l’accesa rivalità, sfociata nell’aprile del 2008 in una aggressione in via XXX ottobre. Erano le tre del mattino. Marino Paoletti è stato riconosciuto colpevole e condannato a due mesi di carcere. Prima aveva buttato fuori del suo locale il rivale, reo ai suoi occhi di spiare le «attrazioni». Poi lo aveva inseguito in strada e, impugnando secondo l’accusa, un coltello. «Ho visto bene la lama», ha confermato il denunciante che invece di scappare a piedi, aveva atteso l’arrivo di un taxi e si era trovato di fronte al concorrente inferocito. La presenza del coltello non è stata però confermata in aula dai testimoni. «Non ricordo, sono passati due anni» ha affermato il tassista che visto il «movimento» e lo scontro in atto all’ingresso del locale, aveva pensato bene di allontanarsi pigiando l’acceleratore.
Davide Moratto, questo il nome del conducente del taxi, è stato ammonito un paio di volte dal giudice a dire tutto ciò che ricordava di quella notte. «Ma sono passati due anni, Qualcosa ricordo ma la presenza di una persona con il coltello in mano, proprio no», «Ma lei ha visto una persona inseguire un’altra all’esterno del Mexico?» lo ha incalzato il magistrato. «Potrebbe essere, mi pare». Due anni fa nella caserma dei carabinieri di via Hermet, la deposizione era stata più dettagliata e precisa. Ma il tempo evidentemente erode la memoria notturna perché anche altri testimoni ricordavano in modo confuso il confronto tra i due gestori che si facevano concorrenza usando le fattezze marmoree delle ballerine di lap dance.
Giuseppe Circolo, direttore del «Mexico» ha confermato lo scontro verbale tra i due ma ha negato di aver visto il coltello. «Ho assistito per un paio di minuti al confronto che avveniva in strada. Poi sono rientrato nel locale. Dovevo lavorare». Secondo le indagine dei carabinieri «Mimmo» era entrato nel locale ufficialmente per bere qualcosa. Forse sapeva che il rivale non era presente. Invece Marino Paoletti, era apparso all’improvviso. Non si sa se qualcuno lo avesse informato dell’invasione di campo perché in aula non sono stati sentiti come testimoni, nè clienti, nè ballerine. Forse qualcosa in più avrebbero potuto dire sulla dinamica del confronto serrato tra i gestori delle rispettive aree di influenza.
Le ballerine-artiste di origine moldava, rumena o bulgara, avrebbero potuto confermare l’interesse dell’imprenditore cacciato malamente dal locale per le loro prestazioni. I clienti avrebbero invece potuto riferire dell’eventuale attività dell’intruso che forse si aggirava furtivo tra separè, pista da spettacolo e tavolini di mescita. Trieste «by night»: molte rivalità e pochi clienti disposti a metter mano al portafoglio prima di allungarle sulle artiste. RIPRODUZIONE RISERVATA
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