Trieste, in fila per scoprire Eataly. I fornai chiedono rinforzi

TRIESTE La chiusura di Eataly prevista per domani, lunedì 23 gennaio, non ha nulla a che vedere con il riposo biblico del settimo giorno. Eppure la creatura triestina di Oscar Farinetti, a sette giorni esatti dalla sua apertura, ha deciso di effettuare un pit stop. «Saremo chiusi per farci ancora più belli» promettono alcune scritte poste all’altezza dei registratori di cassa.
Il rodaggio di questa “Ferrari dell’enogastronomia”, evidentemente, non è stato ancora portato a termine. L’allestimento degli spazi è stato completato in contemporanea con la chiusura del cantiere e l’accelerata finale, che si è resa necessaria per poter aprire i battenti entro la metà di gennaio, deve aver lasciato indietro ancora qualche lavoretto.
«L’impianto di riscaldamento di questa struttura è molto complesso - spiega Antonio De Paolo, amministratore dell’Eataly triestino - e ha bisogno di un mese per essere tarato. I progetti Eataly, inoltre, sono uno differente dall’altro e si adattano alle peculiarità di edifici che vengono ristrutturati e restituiti al territorio. Gli aggiustamenti in corsa sono una prassi consolidata di questa realtà, anche perché tengono conto dei suggerimenti che ci arrivano quotidianamente dalle persone che ci vengono a trovare».
I primi giorni di apertura dell’ex Magazzino vini sono coincisi con l’arrivo a Trieste dei venti di Bora. Nonostante questo il flusso di persone che ha raggiunto le Rive per curiosare tra i banchi e gli scaffali pieni di prodotti enogastronomici di qualità è stato costante fino a venerdì e si è ingrossato con decisione nella giornata di ieri.
È ancora presto per misurare la qualità del rapporto che si sta instaurando fra Eataly e la città di Trieste. Bisognerà attendere la fine della luna di miele, quando l’effetto novità sarà esaurito.
Ma il termometro del gradimento, per ora, sorride a Farinetti. Le persone sembrano apprezzare i tremila metri quadrati di delikatessen, anche se non sono mancate le prime critiche che, in alcuni casi, si sono trasformate in lamentele.
«Per mangiare un toast ho dovuto attendere quaranta minuti - racconta Maurizio Ciani - . Venti minuti per ordinare e altri venti minuti per veder arrivare il piatto. Per un toast e un’acqua tonica ho pagato 6 euro, ma avrei speso anche di più per avere un servizio migliore».
Lo spauracchio dei prezzi eccessivamente elevati sembra per ora scongiurato. In molti decantano il rapporto qualità-prezzo. Le colleghe Donatella Chiurio e Cristina Gruchi hanno affibbiato a Eataly l’etichetta di «luogo dove farsi coccolare una volta alla settimana, nel corso della pausa pranzo, e dove acquistare prodotti di altissima qualità a prezzi ragionevoli».
Non è stata ancora scritta una classifica dei prodotti imperdibili, ma basta osservare con attenzione le borse dei clienti per notare che i prodotti più venduti sono quelli meno elaborati: pane, frutta e verdura. Ogni giorno, infatti, vengono sfornati 500 chilogrammi di pane.
«Va a ruba - esclama con orgoglio un panettiere mentre lancia una manata di farina sulla pasta appena stesa - . Stiamo per questo chiedendo i rinforzi». Anche le arance tarocco foglia siciliane si fanno portare a casa con facilità, al pari del cavolo nero locale e del radicchio rosso di Gorizia che è una chicca non sempre conosciuta.
«Dalla cucina si sente uscire troppa puzza di fumo - sottolinea invece Matias Beznik, arrivato appositamente da Lubiana insieme alla moglie e alla figlia - e poi fa troppo caldo, mentre la vista sul mare che si gode dal piano terra è uno spettacolo».
Emma Festini ha diciotto anni ed è venuta a curiosare insieme al fidanzato Ludovico. «Non abbiamo comprato niente, anche perché i prezzi sono un po’ fuori dalla nostra portata. Il rischio è che un posto come questo vada a snaturare la dimensione degli acquisti fatti nella bottega di quartiere. Vedremo come questa novità verrà accolta dai triestini che, come noi, preferiscono la genuinità delle osmize alla qualità patinata di certi prodotti».
E Farinetti non ha nessuna intenzione di fermarsi: proprio oggi ha annunciato una nuova apertura, dopo Trieste. «Mi impegno ad aprire Eataly anche in Sicilia: a Catania», le sue parole.
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