Trieste, In arrivo nuove denunce per il sesso gay nei bagni del Giardino pubblico
Il numero di denunciati potrebbe salire. Di qualche unità, forse quattro o cinque nomi in più, rispetto ai 51 uomini già identificati dal Nucleo di polizia giudiziaria dei vigili urbani e chiamati ora a rispondere del reato di atti osceni in luogo pubblico, consumati in quella toilette del giardino pubblico “De Tommasini” in via Giulia che si trova a breve distanza dall’area giochi frequentata da bambini e dalle loro famiglie. Un dettaglio, questo, che rappresenta per i 51 segnalati una pesante aggravante del capo d’accusa. Le indagini della Polizia locale vanno avanti e puntano su altri soggetti: pare destinato ad ampliarsi insomma l’elenco di chi si “incontrava” con altri nei bagni al pianterreno della palazzina del parco pubblico oppure “si esibiva” individualmente, peraltro nella zona dei lavandini, quella accessibile in qualsiasi momento a chiunque. Un quadro increscioso.
Tutta l’indagine - coordinata dalla Procura della Repubblica guidata dal procuratore capo Carlo Mastelloni - è, come noto, partita in primis da una segnalazione verbale ai vigili urbani: gli approfondimenti sono stati avviati a inizio luglio e hanno portato ben presto alla denuncia di due uomini. Sembra che di segnalazioni, poi, ne siano arrivate altre. In ogni caso, gli accertamenti sono andati avanti per settimane, portando a galla un fenomeno che ha sin qui coinvolto addirittura 51 persone, tutti uomini di età compresa fra i 20 e i 74 anni, triestini o comunque residenti a Trieste da anni. Alcuni sono sposati. Si sa che fra i denunciati vi sono pensionati, dipendenti pubblici e anche un sacerdote. Massimo è il riserbo che gli inquirenti mantengono sulla vicenda e anche sull’identità dei coinvolti. L’unico di cui è trapelato il nome l’altro giorno è Fabio Buosi, noto alle cronache cittadine per il suo coinvolgimento nel caso giudiziario dell’omicidio del tassista Bruno Giraldi, delitto per il quale lo stesso Buosi era stato condannato a 25 anni di reclusione dalla Corte d’Assise poi ridotti a 18 in Appello (è tornato in libertà lo scorso 11 giugno, con pena diminuita dall’indulto e per la buona condotta in carcere).
Sull’inchiesta è intervenuta con una nota, ieri, la coordinatrice regionale e parlamentare di Forza Italia, Sandra Savino: «Trovo francamente del tutto fuori luogo i toni trionfalistici usati dal sindaco, al quale forse sfugge un dettaglio non proprio insignificante: che le oscenità oggetto dell’indagine avvenivano, non da ieri, in uno spazio comunale sottostante agli uffici dell’amministrazione. Altro che prevenzione e controllo del territorio». Savino suggerisce: «Serve una maggiore presenza in questi luoghi frequentati da bambini e minori, sia in termini di forze dell’ordine, in questo caso della polizia municipale, sia come sorveglianza attraverso le telecamere, che potrebbero cogliere comportamenti anomali e sospetti». Così, Giorgio Cecco, coordinatore regionale di FareAmbiente: «Una volta nei giardini comunali c’era un custode preposto anche ai controlli del bene pubblico, figura che si potrebbe pensare di ripristinare. Potrebbe essere utile anche per la sicurezza dei cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo