Trieste, in arresto il presidente della comunità per minori
TRIESTE Entrava nelle stanze da letto e accarezzava i ragazzini. Talvolta proponendo soldi in cambio di sesso: «Tieni 20 euro, dai...dai...». Oppure aspettava che andassero in doccia, per toccarli e palpeggiarli. Giovani di 16, 15 e 14 anni, kosovari, albanesi, afghani, pakistani e bengalesi. Che per lui erano soltanto «maiali», degni di vivere «nei porcili» e quindi di ritornare nei Paesi di origine.
Questo avrebbe fatto e detto il settantenne Ferdinando Cassago, presidente della struttura di accoglienza per minori stranieri, “La fonte comunità onlus” con sede a Prosecco, arrestato ieri mattina. La sua associazione è convenzionata con il Comune e ospita anche disabili. E proprio lì sarebbe avvenuto tutto. Per anni. Ci sono almeno ottanta testimoni che hanno confermato i comportamenti “anomali” dell’indagato: le stesse vittime, insieme agli altri adolescenti che hanno assistito alle scene.
L’inchiesta della Squadra mobile, coordinata dal pm Pietro Montrone, ha scoperchiato uno scandalo senza precedenti a Trieste, condito di una gamma incalcolabile di umiliazioni a ripetizione nei confronti dei giovani profughi. Atteggiamenti marcatamente razzisti, a cui si sarebbero aggiunti tentati abusi e maltrattamenti. Il settantenne adesso è agli arresti domiciliari su disposizione del gip Giorgio Nicoli.
Gli episodi su cui ha investigato la Procura di Trieste, diretta dal procuratore Carlo Mastelloni, fanno riferimento all’intero periodo che va dall’ottobre 2015 all’ottobre 2017. In quei due anni Cassago avrebbe minacciato e molestato in particolare un sedicenne straniero recandosi diverse volte nella sua stanza da letto, a qualunque ora. In mensa, davanti ai compagni, lo costringeva a mangiare tutto quello che aveva nel piatto e non lo faceva alzare fintanto che il ragazzino non aveva finito, anche se il vomitava. «Sei una m... se vivevi in un porcile dovevi stare con i maiali e non qua... è inutile che il direttore ti abbia iscritto al liceo, tanto non vali niente. Se non ti conviene vai via dalla comunità, ti rimando nel tuo Paese, a casa tua non avete quello che ti do io da mangiare. Sei uno stupido, uno str.... un finocch...». Gridava il settantenne. Gridava per incutere timore, sempre con la minaccia del rimpatrio. Questi erano i suoi metodi “educativi”.
Nell’agosto del 2016 il presidente della onlus aveva preso di mira una decina di adolescenti, a cui si rivolgeva con offese e urla: «Albanesi di m..., kosovari di m...io vi mantengo, vi do da mangiare». In un’occasione, nel luglio 2017, Cassago avrebbe preso una salsiccia dal piatto di un ragazzino infilandogliela in bocca e minando un atto sessuale orale. Ci sono testimonianze a questo proposito.
È nella stessa estate che l’uomo è stato sorpreso in una stanza di uno degli ospiti, mentre attendeva che il giovane uscisse dalla doccia: «Ti sei masturbato?», gli avrebbe detto in bagno. Poi approfittava dei momento in cui gli altri ragazzi si addormentavano per entrare nelle loro stanze e toccarli sulle gambe e pizzicarli sulle cosce mentre dormivano. «Siete gay? Siete pederasti?», questo chiedeva il settantenne ai minori.
Ma la polizia di Trieste ha raccolto anche altre testimonianze. Deposizioni che raccontano di quando il presidente della onlus cercava di isolarsi con le proprie vittime. Consegnava soldi ai ragazzi - l’inchiesta parla di banconote da 20 euro - mimando con la mano il gesto della masturbazione, invitando il minore a fare altrettanto e dicendogli «dai...dai...». Questo, a sentire le testimonianze dei giovani ospiti della struttura di Prosecco, sarebbe successo tra settembre e ottobre del 2015.
Le indagini della Squadra mobile e del pm Montrone sono iniziate nel corso del 2017. L’inchiesta ha raccolto le testimonianze e la documentazione non solo delle giovani vittime, ma anche di dipendenti, ex dipendenti e collaboratori della struttura.
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