Trieste, In 16mila al festival degli inventori

Numeri record per l’iniziativa ospitata al Centro di fisica. In azione 317 “maker”. Molti appassionati arrivati da fuori città
Uno stand al centro Internazionale di Fisica
Uno stand al centro Internazionale di Fisica

Una vera e propria invasione di appassionati del genere, ma anche di semplici curiosi. La seconda edizione di “Trieste Mini Maker Faire”, il festival dell'ingegno e della creatività, si è chiusa con numeri da record. Oltre 16 mila le presenze complessive (più di 10 mila nella sola giornata di ieri) nella cornice del Centro Internazionale di Fisica Teorica, i cui vialetti (10 mila metri quadrati di campus aperti al pubblico) ed i relativi stand (91) sono stati letteralmente presi d'assalto fin dalle prime ore del mattino da visitatori di ogni età, non solo triestini, ma provenienti anche dall'intera regione e da oltre confine. Ben 317 i maker che si sono dati appuntamento: tra inventori, scienziati, artisti ed esperti di tecnologie.

Ma se ve li immaginate con capelli sparati, occhiali spessi ed aria vagamente stranita siete fuori strada. Tra gli inventori arrivati da tutta Italia, ma anche dalle vicine Austria, Slovenia e Croazia, oltre che da Olanda e Svizzera, si nascondono in realtà dei giovanissimi esperti di informatica ed elettronica. E' il caso di Marco Matessi, ingegnere triestino di 28 anni, che ha ideato un braccio robotico, nel quale è presente l'interazione tra uomo e macchina. «Si tratta di unire le coordinate spaziali della mano con quelle polari del braccio meccanico» - spiega -. I movimenti della mano dell'operatore vengono copiati fedelmente dal braccio robot, risolvendo così il problema della cinematica inversa». Emanuele Santellani e Luca Baruzzo sono due periti elettronici poco più che ventenni originari di Portogruaro: tra le loro invenzioni, c'è l'orologio da polso che funziona con il sistema binario. «L'unico con scheda elettronica a vista che fa parte dello stesso design dell'orologio» - raccontano divertiti -. Certo, per sapere l'ora esatta bisogna fare qualche calcolo, ma in questo modo il cervello rimane sempre allenato».

Trieste: migliaia alla fiera degli inventori

Nella sezione locale dell'associazione radioamatori c'è un autentico super inventore: si chiama Eugenio Cosolo, arriva da Turriaco. Tra le decine di sue creazioni c'è il robottino che si ispira alla saga Star Wars (il celebre C1P8 e R2D2), costruito per la prima volta 40 anni fa e poi rifatto un paio d'anni or sono, ma anche droni per riprese aree.

«Diciamo che ho molto tempo libero» - scherza -. «In realtà faccio il commerciante, ma ho una passione innata per le invenzioni, che realizzo lavorando di sera nel mio laboratorio officina».

Da Mr Pc al robot calciatore apre la bottega dell’ingegno
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Ed ancora Riccardo Covassin, studente triestino di informatica, che ha progettato una scultura artistico-cinetica, il cui movimento è affidato a motori controllati da microprocessori. «Per l'installazione c'è voluta qualche settimana» - precisa -. «Il problema vero è stato quello dell'inserimento dei codici che ha comportato un lavoro di alcuni mesi». Non poteva mancare infine uno strumento dedicato alla bora.

Trieste Mini Maker Faire: il bilancio

A realizzarlo tre amici e appassionati di meteo: Alessandro Ciano, Alessio Giagodi e Furio Pieri che, partendo dai dati della velocità delle raffiche e della temperatura, sono riusciti a ricavare la misura della temperatura percepita. Soddisfazione per la riuscita dell'evento, organizzato oltre che da Ictp, anche da Area Science Park e Immaginario Scientifico, con la collaborazione di Regione, Comune, Provincia e con Il Piccolo quale media partner, è stata espressa da Enrique Canessa e Carlo Fonda, ideatori dell'iniziativa: «Tutto è nato l'anno scorso come un vero e proprio salto nel buio» - hanno affermato -. «In questa edizione sono arrivate invece le conferme che si sentiva davvero il bisogno di un evento del genere, dove poter dare spazio e risalto alla creatività e all'ingegno, elementi senza tempo e senza età. Il concetto fondamentale è soprattutto quello della condivisione: solo in questo modo le idee possono confrontarsi, crescere e svilupparsi sempre di più».

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