Trieste, impiegati assenteisti in commissariato
TRIESTE Straordinari gonfiati e buoni pasto non dovuti. La Procura di Trieste ha aperto un nuovo filone d’inchiesta per assenteismo nelle pubbliche amministrazioni. Nel mirino, stavolta, è finita la polizia di Stato: il commissariato di Duino Aurisina che ha sede a Sistiana. Tre gli indagati: la cinquantottenne Orietta Dall’Era, originaria di Gorizia; la triestina Nevia Tull, cinquantaquattro anni; il sessantunenne Ruggero Seriani, nato a Sassari.
Si tratta di impiegati amministrativi, non di agenti: tre dei cinque che risultano in servizio. La Questura li ha già sospesi. La parte lesa, in questo procedimento, è il ministero dell’Interno. È stato il pm Lucia Baldovin a coordinare le indagini, di cui si è occupata la stessa polizia.
La segnalazione, da quanto si è appreso, è partita dai dirigenti del commissariato in cui lavorano i tre. Dall’Era, Tull e Seriani sono stati monitorati per un anno intero con appostamenti e telecamere.
Gli inquirenti hanno accertato svariate incongruenze. Orietta Dall’Era, secondo l’accusa mossa dalla magistratura, ha falsato sia i fogli firma che i moduli di riconoscimento degli straordinari. Lo ha fatto annotando la propria presenza in ufficio, inducendo così in errore i propri superiori che le hanno riconosciuto una retribuzione superiore rispetto all’orario effettivamente svolto, con annesso buono pasto. In buona sostanza, scriveva di esserci anche quando, di fatto, era altrove. Per l’intero periodo che va da gennaio 2016 a marzo 2017, la signora ha beneficiato di 1.138,34 euro in più per ore supplementari mai effettuate. Ben 217, invece, i ticket richiesti e non spettanti. Ad esempio, scorrendo la lista in mano agli inquirenti, l’impiegata ha dichiarato di aver lavorato il pomeriggio del 9 febbraio 2016 dalle 14 alle 17 e il primo marzo dalle 14.30 alle 17. Ma, stando agli accertamenti degli agenti, in entrambi i casi non era sulla propria scrivania. Un sistema che l’indagata ha applicato in modo pressoché seriale per altre trenta volte. E sempre di pomeriggio.
Stesso modus operandi pure per l’altra dipendente inquisita, Nevia Tull. La cinquantaquattrenne si è fatta pagare quaranta pomeriggi mai lavorati. Questo, almeno, a detta degli investigatori. In questo caso l’impiegata ha ricevuto nello stipendio 1.319 euro e 273 buoni pasto supplementari. Alla signora vengono anche imputate 6 ore e mezza di lavoro ordinario non effettuato.
Un raggiro contestato pure al collega Ruggero Seriani: 42, per lui, i pomeriggi segnati come straordinari, puntualmente retribuiti, ma mai lavorati per un totale di 1,430,79 euro in più in busta paga oltre che 287 buoni pasto non spettanti. Non mancano le ore di lavoro ordinario mai svolto.
Il materiale investigativo a disposizione della magistratura è corposo: informative della polizia giudiziaria, acquisizioni documentali, ordini di servizio, prospetti riepilogativi, fogli presenze, riprese video e accertamenti sull’aggancio delle celle telefoniche.
Il pm Baldovin ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati. L’udienza preliminare è fissata per venerdì dal gup Laura Barresi. «Abbiamo già preso provvedimenti, quelli previsti dalla legge Madia - rileva il questore di Trieste Isabella Fusiello - le tre persone sono sospese. L’episodio è spiacevole: i dipendenti della polizia di Stato sono i primi a dover dimostrare onestà e a rispettare la legge».
«Escludiamo la truffa - spiega l’avvocato Guido Fabbretti che difende la signora Nevia Tull - gli straordinari trascritti andavano in compensazione di ore di lavoro svolte in altre giornate o per altre prestazioni che non trovavano un immediato compenso. Le richieste venivano presentate al dirigente dell’ufficio che le ha autorizzate. Non c’era la volontà di danneggiare l’amministrazione e, inoltre, non c’è mai stato un danno effettivo». Orietta Dall’Era e Ruggero Seriani sono invece tutelati dall’avvocato Alessandro Dall’Igna del Foro di Vicenza, ieri non raggiungibile telefonicamente.
Riproduzione riservata © Il Piccolo