Trieste, il Viale svela l’antico nome di via dell’Acquedotto su un edificio dell’Ottocento

La denominazione riapparsa sotto strati di pittura durante il restauro dello stabile all’angolo con via Rapicio progettato da Holzner 
Magr

TRIESTE Una mezza nemesi. Proprio nel periodo in cui si celebra il 150° di Porta Pia che a tante città italiane ha fruttato indicazioni toponomastiche in ricordo del 20 Settembre, il restauro sulle facciate di un edificio nell’attuale viale XX Settembre ha riportato alla luce la vecchia denominazione pre-regnicola della strada, via dell’Acquedotto.

Ormai si tratta di rarità, perchè queste scritte, vergate sull’intonaco, restano vittime delle intemperie e del tempo che fugge. Si deve la piccola scoperta all’architetto Lorenzo Gasperini, che, impegnato in una delle tante riqualificazioni di esterni avviate in questa stagione, ha rilevato e fotografato la curiosità.

Il nome della strada ha uno stretto significato filologico, perchè sotto il pedonale e sotto le carreggiate del chilometro, in cui si estende il viale, scorre l’acquedotto, che venne realizzato a metà del Settecento per approvvigionare il neo-Portofranco in graduale ampliamento. L’acqua era captata dalle parti di San Giovanni e veicolata verso il nuovo borgo, che stava sviluppandosi sopra le saline.

La scritta è dunque riapparsa, sotto pitture più recenti, nello stabile che fa angolo tra viale XX Settembre 48 e via Andrea Rapicio, davanti alla sede del sindacato Ugl. L’edificio ha una storia illustre, perchè fu progettato nel 1877 dall’ingegnere Enrico Holzner, un professionista ricorrente nelle opere edili realizzate a Trieste nell’ultima parte del XIX secolo.

La sua firma più importante e meglio visibile venne apposta sul disegno di palazzo Diana, la cui ingente mole caratterizza piazza san Giovanni. Dal 1948 fino agli anni Novanta fu un simbolo del potere politico detenuto dalla Democrazia Cristiana, che nel palazzo aveva la sua sede provinciale. L’edificio sorge nel luogo dove a fine Settecento funzionavano i bagni pubblici. Un secolo più tardi il mercante Filippo diana commissionò a Holzner il palazzo che ancora oggi reca il suo nome. La costruzione durò dal 1878 al 1882. Scorrendo la guida all’architettura triestina 1872-1917 curata da Federica Rovello (Trieste 2007), il nome di Holzner emerge tra i progettisti che si erano fatti avanti per la sede del Lloyd Triestino e per la ristemazione di piazza Grande (oggi Unità d’Italia). Holzner vinse infine il concorso per la progettazione del cimitero di Padova. —Magr

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo