Trieste, il tram "ferito" ritorna in forma ma si perde l'estate

Mancano solo gli ultimi dettagli per completare la riparazione della vettura 405. La 404 è già a posto. I due mezzi si erano scontrati frontalmente il 16 agosto scorso a Conconello. Da quel giorno linea chiusa
Silvano Trieste 06/06/2017 Opicina, lavori di restauro sulle carrozze del tram
Silvano Trieste 06/06/2017 Opicina, lavori di restauro sulle carrozze del tram

Trieste, il tram di Opicina viaggia verso il ritorno: traguardo a fine estate

 

Gli scaramantici sconsigliano i brindisi, che pur ci starebbero a rivedere le carrozze bianche blu tirate a lucido, come nuove di zecca. Sconsigliano anche ottimistiche previsioni sulla data di ripartenza. Si può capire perché: la tradizione popolare, da quel “xe nato disgrazià” ai più recenti fatti di cronaca, ha insegnato a mettere le mani avanti. Ma il fatto c’è, è incontrovertibile e a prova di scalogna: i tram sono praticamente pronti. Ci sono voluti mesi di lavoro per far rinascere le due vetture, la 404 e la 405, dopo quel famigerato frontale del 16 agosto dell’anno scorso all’altezza di Conconello lungo la Trieste-Opicina. Eccole qua col muso rifatto. Più che un lifting, un vero e proprio restauro costato migliaia di euro che ha appassionato progettisti, carrozzieri, meccanici, artigiani ed elettricisti. Per la fine dell’estate il servizio dovrebbe essere ripristinato.



L’incidente Le due carrozze coinvolte nell’incidente sono la 404 e la 405. L’impatto si verifica la mattina del 16 agosto. La 405, partita da piazza Oberdan alle 8.31, sale verso Opicina; mentre la 404, uscita dal deposito dell’altipiano per una prova tecnica, scende a Trieste. I due mezzi entrano in collisione nei pressi della fermata di Conconello. I musi si compenetrano. Feriti sette passeggeri e i due manovratori. La magistratura apre un’indagine e sequestra i mezzi fino a ottobre. Il servizio è sospeso ancora oggi.

Il progetto L’incidente causa danni ingenti a entrambe le vetture. Si tratta di rifare i posti di guida, fracassati dall’impatto. Le istruzioni fornite dalla Trieste Trasporti alle ditte incaricate per i lavori sono dettagliate fino al più piccolo particolare. Quasi come le istruzioni di un modellino Lego. Si procede con due distinti appalti, uno per carrozza.

Le riparazioni più complicate sulla “405”


I lavori La Europromos è incaricata di rimettere in sesto la 404. Servono settanta giorni di manodopera, durante i quali viene completamente ricostruito il muso. È necessario raddrizzare il telaio in acciaio, rifare la carrozzeria, i legni portanti e il tetto, oltre agli impianti elettrici e pneumatici. Costo? 95mila euro. Questo tram oggi è pronto. Per la 405, messa peggio dell’altra, l’intervento è più o meno lo stesso. Ma il telaio, in questo caso, va ricomposto per intero. Si attiva la Servigen che impiega ottanta giorni. La vettura attende ancora gli allestimenti interni e l’installazione del “pantografo”, vale a dire il captatore di corrente delle linee di contatto, e i finestrini. Mancano ancora circa tre settimane. Ma insomma, ci siamo. L’investimento, per la 405, ammonta a 105mila euro. Le due carrozze si trovano ora al deposito di Opicina.

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Il restauro Per sistemare i due mezzi le ditte impiegano meccanici, falegnami e carrozzieri. «La progettazione non è stata semplice – riflette Andrea Cervia, direttore di esercizio della trenovia – ma non possiamo parlare di un lavoro tecnicamente difficile, anche perché per questo genere di interventi esistono imprese specializzate. Comunque, ricordiamolo, abbiamo dovuto mettere le mani su un manufatto museale. Noi abbiamo fornito un progetto molto preciso dal punto di vista strutturale, elettrico e pneumatico». Alcuni pezzi di ricambio, che non si trovano sul mercato, sono costruiti manualmente. Un’attività anche di artigianato, dunque. «Ad esempio il meccanismo di apertura del gradino della porta sulla 405 nel “lato Opicina” – continua il direttore – è stato rifatto in officina».



La ripartenza Nessuno si sbilancia sui pronostici. Non tanto per imperscrutabili ragioni di iella: il motivo è tecnico e burocratico insieme. Per rimettere sui binari i tram e riprendere il servizio di collegamento servirà il via libera dell’Ustif, l’organismo del ministero dei Trasporti. Non c’è una data. «Ciò che era di nostra competenza – precisa Michele Scozzai, responsabile della comunicazione della Tt – lo abbiamo fatto». Prima dell’avvio effettivo è previsto un periodo di prova di una decina di giorni per testare l’affidabilità delle carrozze. I conducenti percorreranno l’intero tragitto osservando orari di tabella, fermate, incroci e semafori. Il solito “tram tram”.

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