Trieste, il tram di Opicina fermo a tempo indeterminato

Contrordine: il tram non riparte. Non di certo per la Barcolana, come auspicato dal Comune e dalla Trieste Trasporti poco più di un mese fa, dopo la conclusione dei lavori di riparazione delle carrozze coinvolte nell’incidente dell’anno scorso. Ma il problema, adesso, è ben più grosso: bisogna sistemare non solo le vetture, ormai pronte e tirate a lucido, ma anche l’intera linea. Non si tratta di un semplice intervento di maquillage, ma di qualcosa di molto più importante. Serviranno circa 6 milioni di euro per metter mano ai binari, alle fermate e pure alla parte elettrica. Infatti, nessuno adesso sa più dire quando si potrà riattivare il servizio. Nessuno è in grado di sbilanciarsi. Il sogno Barcolana, insomma, naufraga. Il tram, in buona sostanza, è in un tunnel e non vede la luce.
La novità
Cosa è successo precisamente? L’inimmaginabile. Ieri la doccia fredda. È metà mattina quando cominciano a farsi largo alcune voci non proprio rassicuranti: si è scoperto che l’ente incaricato dal municipio di verificare la sicurezza dell’impianto tramviario ha rilevato più di qualche magagna lungo l’intero percorso che collega Trieste a Opicina. Problemini di non poco conto, ormai è chiaro, che rendono impossibile rimettere i convogli in strada. Tanto meno far salire le persone a bordo delle vetture. E così il tanto agognato nulla osta tecnico dell’Ustif, l’organismo “certificatore” del ministero, proprio quello che aveva revocato i permessi in seguito all’incidente, è rimandato a data da destinarsi. Questa è la situazione. Una tegola tra capo e collo dopo oltre un anno in cui è stato fatto di tutto. A cominciare dalle indagini della magistratura, quelle avviate in seguito all’impatto con tanto di sequestro dei mezzi incidentati (la 404 e la 405), per proseguire con i lavori per rifare la carrozzeria e il muso distrutti dallo scontro; e, ancora, le verifiche e i collaudi della funicolare. Per la 404 la Trieste Trasporti aveva incaricato la Europromos, con un cronoprogramma che prevedeva settanta giorni di manodopera. Così per la 405, ancora più malconcia. In questo caso a intervenire è stata la Servigen che ha impiegato ottanta giorni.
Gli interventi
Per rimettere a nuovo tutto hanno lavorato meccanici, falegnami e carrozzieri. Anche perché alcuni pezzi di ricambio, che non si trovano sul mercato, sono costruiti manualmente in officina. Gli interventi sulla parte impiantistica e sulla stessa carrozzeria dovevano peraltro rispettare una serie di aspetti e parametri ben precisi riportati nel progetto: il legno di rovere, danneggiato dal frontale, è stato riproposto così come esisteva nel modello originario. Ma la riparazione era soltanto uno dei passaggi necessari a permettere la ripresa del servizio. Perché mentre gli operai erano impegnati con il restyling, sui binari ci si concentrava per esaminare l’intero collegamento tramviario: i rilievi “plano-altimetrici” della linea per valutare lo stato di salute dell’intera funicolare. Ma non è bastato. Tutto è bloccato comunque.
La Trieste Trasporti ha confermato. «Ad oggi non sussistono le condizioni tecniche e autorizzative per consentire il riavvio della trenovia di Opicina», scrive la società in una nota ufficiale diramata ieri a metà pomeriggio dal responsabile della comunicazione Michele Scozzai. Una constatazione, quella dell’azienda, che non deriva da uno stop o da un avviso ufficiale dell’Ustif, bensì, come accennato, dalle prove funzionali operate da un ente specializzato (una ditta) a cui si è rivolto il Comune. Risultato? «Si è indubitabilmente certificata la necessità di procedere con importanti interventi strutturali e manutentivi per soddisfare la vigente normativa e le più recenti linee di indirizzo in tema di sicurezza degli impianti ferroviari», rileva proprio la Trieste Trasporti. La storica linea tramviaria è dunque costretta a un ulteriore e prolungato pit-stop.
Le verifiche
L’intera vicenda, a ben vedere, era destinata a complicarsi da un po’: gli uffici municipali avevano sollecitato gli accertamenti alla linea ben prima dell’impatto di un anno fa. Lo avevano fatto avviando una procedura di gara con cui affidare a una ditta esterna la ricognizione del percorso. «Gli esiti di tali controlli, che sono oggi al vaglio dell’Ustif – precisa sempre Trieste Trasporti – hanno confermato nei giorni scorsi la necessità di intervenire sui binari e sulle fermate. Trieste Trasporti, con il Comune di Trieste e con tutti gli enti interessati, rimane quotidianamente impegnata a risolvere, nel minor tempo possibile, tutte le criticità al fine di permettere la riapertura della trenovia. Non è tuttavia possibile, a oggi, calendarizzare in alcun modo il riavvio del servizio, calendarizzazione che sarà possibile solo alla luce delle indicazioni dell’Ufficio preposto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».
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