Trieste, il terremoto Coop travolge i fornitori

La Cooperativa facchini Mercato ortofrutticolo mette in mobilità 35 soci. Perdono il posto i 10 dipendenti di Reparto 7
Il mercato ortofrutticolo in una foto di archivio
Il mercato ortofrutticolo in una foto di archivio

TRIESTE Il terremoto si sta allargando dall’epicentro a tutta l’area circostante. Così il tracollo delle Cooperative operaie rischia di tirare a fondo dietro a se gran parte dell’indotto con nuova conseguente emorragia di posti di lavoro a Trieste: sono già 45 quelli che stanno per saltare.

Il primo caso clamoroso a esplodere è quello della Cooperativa facchini Mercato ortofrutticolo, azienda molto conosciuta, dai bilanci sani e dalla storia quasi settantennale, essendo stata fondata nel lontano 1946. Ora rischia, se non di sparire, perlomeno di finire ridotta ai minimi termini, dato che il suo fatturato era legato per il 70% ai trasporti e alle attività svolte per le Coop.

Coop, l’ultimo scontrino nel “deserto” delle Torri
Le corsie vuote delle Coop alle Torri (Silvano)

«Abbiamo aperto la procedura di mobilità per 35 dei nostri 49 soci - annuncia amaramente il presidente Gianpaolo Mesghetz - contiamo di pagare ancora gli stipendi di giugno, poi orientativamente dal primo luglio tutte queste persone rimarranno senza lavoro». La decisione è stata comunicata in un incontro al quale erano presenti i segretari di categoria di due sigle sindacali: Renato Kneipp di Filt-Cgil e Giulio Germani di Fit-Cisl. «Avremo un confronto nei prossimi giorni con i funzionari della Regione per valutare la possibilità che a questi lavoratori venga applicata la cassa integrazione in deroga - spiega Kneipp - poi ci siamo ridati appuntamento per il 30 giugno nella speranza che gli esuberi possano essere ridotti e portati al minimo possibile».

Nel frattempo la Cooperativa presumibilmente contatterà i soggetti che stanno subentrando alle Cooperative operaie nella gestione dei supermercati cittadini e cioé Coop Nordest, Conad e Despar per tentare di proseguire l’attività con i nuovi proprietari che però hanno già i propri fornitori e operatori logistici per cui l’operazione si prospetta difficile. Altra strada tortuosa, ma che si tenterà comunque di praticare, è quella della ricerca di nuovi clienti.

«Dopo essere stata a lungo stabile sui 35 soci, la Cooperativa si è ingrossata fino a superare la cinquantina di persone, ma tuttora è piuttosto corposa, contando su 49 lavoratori tra facchini e autisti. C’è una sola donna che fa l’impiegata - specifica Mesghetz - Siamo tutti quanti triestini e, sebbene ci sia qualche giovane, l’età media è piuttosto elevata e supera i 45 anni». Ostacolo in più per la speranza di ricollocazione nel mondo del lavoro. Nei confronti delle Cooperative operaie ora i facchini del Mercato vantano sostanziosi crediti ma, nonostante questo, tutti i bilanci trascorsi sono stati in attivo e il parco macchine, quasi tutte di proprietà e in minima parte in leasing, è sostanzioso contando ben 35 tra furgoni e camion.

Chi invece sembra totalmente spacciato è Reparto 7, il Centro di distribuzione ortofrutticolo collocato in via Caboto, di cui lo stesso Mesghetz è presidente e che conta su dieci dipendenti. «Per loro purtroppo si apre la disoccupazione con il relativo sussidio - spiega il presidente - perché i marchi subentranti hanno già la propria piattaforma distributiva». Erano perlopiù addetti alla gestione logistica del magazzino e al confezionamento di frutta e verdura. Reparto 7 era stato inaugurato il 25 marzo 2009, con presidente Augusto Seghene, noto esponente socialista cittadino nonché ex vicesindaco.

Mercato ittico e ortofrutta trasferiti in un’unica sede
Lasorte Trieste 24/10/14 - Via Caboto, Centro Direzionale, Centro Logistico COOP, Cooperative Operaie

La nuova società vedeva consociate le Cooperative operaie con il 40%, i privati riuniti nella Solagro srl con un altro 40% e gli stessi facchini dell’ortofrutticolo con la quota rimanente. L’impasse distributiva per frutta e verdura era stato superato con un investimento di 700mila euro per attrezzare in via Caboto 1500 metri quadrati nel tempo record di due mesi. «A questo punto - aveva commentato l’ex sindaco Roberto Dipiazza - dovremo rivedere qualcosa anche nel discorso del Mercato ortofrutticolo perché mi sa con non ha senso fare alle Noghere una struttura mastodontica, con una come questa già funzionante». In sequenza sono poi scomparsi prima il progetto alle Noghere (solo pochi giorni fa la giunta Cosolini ha annunciato di puntare su Valmaura e in particolare su un’altra vecchia struttura delle Coop, l’ex Ingross, per il Mercato) e ora lo stesso Reparto 7.

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