Trieste, "il sole che ride va" a caccia di alleanze tra tandem socialisti ed emuli di Greta
TRIESTE Nel mondo “green” c’è fermento. A livello globale come locale. Nell’anno in cui Greta Thunberg arriva a essere candidata al Premio Nobel per la pace, i cavalli di battaglia ambientalisti ed ecologisti saranno senz’altro presenti anche nella campagna elettorale per le elezioni comunali 2021. Resta da capire però da quali candidati e quali formazioni politiche saranno sostenuti. Non va dimenticato, infatti, che nel 2016 ad essere eletto sotto le insegne del sole che ride, storico simbolo Verdi, fu l’ex socialista di lungo corso Roberto De Gioia, poi passato nello schieramento di centrodestra e ora in corsa con la nuova creatura politica di Ferruccio Saro, dopo una breve militanza in Progetto Fvg.
Il movimento dei Verdi, seppur ridimensionato rispetto ai numeri e ai fasti del passato, sarà comunque presente alle prossime amministrative, puntando a catalizzare attorno a sé le forze con simili sensibilità. Forze numericamente non sono enormi, ma variegate e trasversali: ci sarà quindi bisogno di mettersi d’accordo. A sostenere i Verdi c’è sicuramente la federazione triestina del Partito socialista italiano, animale raro nella storia della sinistra locale. Poi c’è l’incognita Volt, il partito dei giovani e giovanissimi ambientalisti paneuropei. Esistono infine una serie di realtà – dai comitati civici a Fridays For Future – che non parteciperanno alla competizione elettorale ma la cui mera presenza in città testimonia l’attenzione sul tema.
«Stiamo valutando eventuali alleanze con l’obiettivo di creare una lista “verde”, un po’ come abbiamo fatto alle ultime europee», spiega la portavoce regionale dei Verdi, Tiziana Cimolino: «I nostri interlocutori sono tutti quei soggetti che non si sentono rappresentati dal Pd né dal centrodestra uscente, e che ovviamente sono in sintonia con i nostri temi».
I Verdi possono andare d’accordo ad esempio con le varie anime comuniste così come con Open Fvg, Tryeste, +Europa e Patto per l’Autonomia. Bisognerà tuttavia vedere se forze così diverse tra loro riusciranno realisticamente a trovare la quadra.
Come detto nel 2016 i Verdi nel 2016 si erano presentati in tandem con il Psi a sostegno del candidato sindaco dem Roberto Cosolini, facendo eleggere appunto De Gioia. Stavolta tuttavia vorrebbero mantenere autonomo il Sole che ride. Diversa invece la posizione del Psi triestino, guidato da Gianfranco Orel, che ha sempre rappresentato una realtà un po’ a sé, storicamente troppo “patriota” per la sinistra comunista (nel secolo scorso le logiche erano segnate dalla prossimità del confine jugoslavo) ma più “castrista” del partito nazionale (a Trieste esiste un’associazione "Italia Cuba" di matrice socialista).
In vista del 2021 i socialisti monitorano sì i movimenti di Saro, ma vorrennero soprattutto riproporre la bicicletta con i Verdi, considerati l’alleato «più naturale», per dirla con Orel. In alternativa vedrebbero di buon occhio una coalizione di tutte le forze minori che si sono schierate per il No al referendum sul taglio ai parlamentari: saranno i Verdi a dover sciogliere le riserve e in ogni caso vale la regola «mai con il centrodestra».
Infine Volt. Il partito, che nel Parlamento Ue siede nel gruppo dei Verdi Europei, è presente a Trieste da circa un anno e mezzo e conta una dozzina di attivisti, che nelle ultime settimane a loro volta si sono interfacciati con le forze minori già citate. Anche i giovani ambientalisti paneuropei ora dovranno decidere il da farsi: «Per noi importante è la concretezza. Auspichiamo di creare una lista civica», afferma il coordinatore cittadino, Daniele Ziegler.
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