Trieste, il “sì” al piano regolatore sblocca il monomarca Obi

L’intervento da 18 milioni è il primo beneficiario del via libera della Regione. Cosolini: «I lavori potranno partire subito e dureranno fino al settembre 2017»
La vecchia concessionaria Dino Conti
La vecchia concessionaria Dino Conti

TRIESTE L’avvio dei lavori per la realizzazione del centro monomarca sull’area “ex Dino Conti” sarà il primo, tangibile effetto della prossima esecutività del Piano regolatore. L’iter del nuovo strumento urbanistico è quasi ultimato, perchè venerdì scorso la Giunta regionale ha incaricato la presidente Serracchiani di emanare il decreto , che dovrebbe essere pubblicato nel Bur di mercoledì 27.

Per cui, pur in attesa dell’ultimissimo passaggio, il sindaco Roberto Cosolini aveva ieri quattro concatenati motivi di soddisfazione: il varo operativo dell’operazione “ex Dino Conti”; l’allineamento degli strumenti urbanistici con Autorità portuale ed Ezit; la fattuale impossibilità di un ritorno in vigore del vecchio Piano regolatore datato 1997; la recente consegna del cantiere destinato a costruire la rotatoria tra le vie Flavia-Carletti-Caboto-Rosandra, proprio davanti all’ex concessionaria Dino Conti.

Trieste: targato Obi il primo centro monomarca
L'ex concessionaria Dino Conti

Ma a tenere prioritariamente banco è la partenza dei lavori necessari per trasformare la dismessa concessionaria automobilistica in un centro monomarca dove la multinazionale tedesca Obi metterà a disposizione dell’utenza triestina e transfrontaliera articoli per il bricolage e per la casa. L’intervento edilizio sarà a cura della Cervet, un’azienda veneta guidata da Francesco Fracasso: un’operazione da 18 milioni di euro per ridisegnare un’area complessiva di 17 mila metri quadrati, dove la superficie commerciale si svilupperà per 8600 mq su un piano unico. Altri 300 mq ospiteranno gli uffici, saranno realizzati 400 parcheggi spalmati tra la parte superiore dell’edificio e la zona ad esso esterna.

Edificio che nascerà fresco-fresco una volta demolite le vecchie mura che a suo tempo ospitavano vetture Opel e Citroen. L’insediamento della Obi, primo a Trieste e secondo in regione dopo quello friulano di Tavagnacco, occuperà una sessantina di addetti: il gruppo tedesco è un colosso del settore con un fatturato di 6,7 miliardi e con una forza-lavoro mondiale basata su 43 mila unità. «I lavori partiranno tra pochissimo - rifinisce Cosolini - e saranno completati entro il settembre 2017, consentendo l’apertura dell’attività nell’autunno del prossimo anno». Davanti alla futura sede Obi la rotatoria, che dovrebbe governare meglio i flussi di traffico nella zona meridionale di Trieste: un’opera da 382 mila euro, 300 mila sul groppone municipale e i restanti sul borderò AcegasApsAmga, con un cantiere quadrimestrale. «Qualcuno ha eccepito - precisa Cosolini - che sarebbe stato opportuno far pagare la rotatoria alla Cervet. Già, ma il Comune avrebbe poi dovuto rimborsarla all’imprenditore privato sotto forma di abbattimento degli oneri di urbanizzazione».

Infine, Cosolini vuole risolvere il “giallo” relativo al ventilato ripristino del precedente Piano regolatore a causa dei ritardi dell’iter di approvazione. «La delibera della Giunta regionale di ieri l’altro, con la prossima pubblicazione sul Bur, estingue ogni vaga possibilità di un ritorno al precedente Prg». Anche l’assessore all’Urbanistica Elena Marchigiani aveva ritenuto impossibile una eventualità di questo tipo in quanto «la finestra riaperta è troppo stretta».

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