Trieste, il ritorno dell’arte al Magazzino 26

Dopo la Biennale diffusa del 2011 di Vittorio Sgarbi arriverà un’altra Biennale al Magazzino 26: la Biennale internazionale femminile, la prima di una lunga serie. Torna l’arte, insomma, in Porto vecchio. A portarla è l’associazione culturale Porto Arte dell’architetto Barbara Fornasir (presidente e direttore) che curò anche l’allestimento della Biennale del 2011 (127 artisti del Friuli Venezia Giulia) oltre alla mostra della scorsa estate “Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi” al Salone degli incanti.
La Biennale internazionale delle donne si terrà dal 12 novembre 2017 al 7 gennaio 2018. A coorganizzare l’evento ci sarà sempre l’amministrazione comunale che ha ricevuto la proposta il 20 settembre scorso. Il Comune concede gratuitamente alcuni spazi all’interno del Magazzino 26 (due sale al primo e due al secondo piano) più un contributo spese pari a 20mila euro. Il costo complessivo della mostra è di 73mila euro (53mila saranno a carico di Porto Arte).
«L’iniziativa proposta dal titolo “Biennale internazionale Donna” - si legge nella delibera - è un progetto che vuole dare continuità alla “Biennale diffusa” del 2011 (tre bienni dopo, ndr), dando visibilità alle molteplici espressività e capacità femminili, in un’occasione di incontro di culture dei vari paesi partecipanti nel contesto speciale di archeologia di Porto vecchio». Per la selezione delle opere non c’è molto tempo. L’apertura delle iscrizioni è stata diramata da Porto Arte il 5 ottobre, con scadenza prorogata al 25. Ci sono meno di 10 giorni per provare a partecipare alla “Biennale internazionale Donna” con un massimo di tre opere a testa. «Tutte le donne creative - si fa sapere - sono invitate ad esporre le loro opere artistiche ed artigianali e promuovere la loro impresa: una bella occasione per evidenziare i talenti femminili». Ovviamente artiste che si applicano a discipline artistiche femminili. «La mostra - si legge nel bando - prevede l’esposizione di opere di tutte le discipline artistiche femminili in particolare: pittura, scultura, fotografia, arte del vetro, oreficeria, architettura, moda, arredamento, ingegneria, edilizia, falegnameria, merletto, modisteria, scrittura, arte navale». La Biennale Internazionale Donna si articolerà in tre sezioni: «Artigianato ed arti applicate, con riferimento storico alle scuole di arti applicate femminili (K.K. Staats Gewerbe Schule) di Trieste e Zagabria che ricoprivano, nel periodo dell’Impero Asburgico, un posto preminente nella formazione professionale femminile; arte: tutte le espressioni artistiche comprese performances di musica, canto, poesia ecc.; imprenditoria femminile locale: promozione dei prodotti tipici del territorio di aziende a conduzione femminile».
Tra gli obiettivi della mostra c’è quello di “aprire il distretto storico del Porto vecchio”. L’associazione Porto Arte, se si esclude un seminario del 2008 a Villa Folli Farfalla di Gorizia, si è quasi del tutto concentrata sul Porto vecchio a partire dalla Biennale diffusa del 2011 per proseguire con la presentazione nel 2012 del progetto (H)all (il recupero dell’ex mensa, la vecchia Locanda, il cui restauro però non rientra più nell’operazione da 50 milioni del Mibact che ha dirottato altrove gli 800mila euro inizialmente previsti). Lo stesso Comune punta molto sul Porto vecchio per la cultura. «Il prossimo grande e ambizioso impegno che attende il Comune - ha sottolineato l’assessore Giorgio Rossi in una recente conferenza stampa - sarà l’organizzazione del nuovo “polo culturale museale” in Porto vecchio. Un percorso che inizia». E per cominciare, il prossimo anno vi sarà trasferita anche una parte della programmazione di “Trieste Estate 2018”. «Desideriamo portare una serie di spettacoli del prossimo cartellone estivo in questa nuova suggestiva location», spiega Francesca Locci, direttrice dei progetti culturali del Comune. Del resto l’inizio culturale dell’amministrazione su Porto vecchio non è stato dei più promettenti. Si è partiti con l’annuncio del trasferimento del mercato ittico entro un anno, la soppressione del trenino (Tramway) e lo smontaggio della mostra sul Lloyd Triestino che era presente alla Centrale idrodinamica e alla Sottostazione elettrica. All’epoca si parlò di un riallestimento della mostra al Magazzino 26 a cura proprio di Barbara Fornasir. Ora, invece, arriverà la Biennale internazionale Donna.
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