Trieste, il rebus del rilancio dell’Ospedale militare

Dopo il naufragio del primo bando, l’ateneo ci riprova. Attese entro lunedì le offerte di potenziali gestori
L'ospedale militare
L'ospedale militare

TRIESTE Ancora una settimana esatta. È quanto si dovrà aspettare per capire se l’ex Ospedale militare - restaurato, inaugurato e ammirato da migliaia di triestini nel corso delle Giornate Fai - si approprierà davvero della sua nuova vita da campus universitario o se invece rimarrà una splendida scatola vuota, con le luci - ancora una volta - spente fino a data da destinarsi. Entro lunedì prossimo, infatti, le tre imprese che lo scorso gennaio si erano fatte avanti per gestire la struttura dovranno presentare la loro offerta definitiva.

Nelle scorse settimane, l’Università ha consegnato il nuovo capitolato per l’affidamento della concessione di durata tra i 10 e i 19 anni alle imprese (tre soggetti privati, non triestini, anche in raggruppamento d’impresa), dando loro 40 giorni di tempo per formalizzare la proposta. Un passaggio delicatissimo, nel quale era naufragato il primo bando emesso dall’ateneo un anno fa: l’unico candidato per la gestione del comprensorio di via Fabio Severo si era tirato indietro proprio al momento di presentare il progetto definitivo.

Il secondo avviso parte con premesse migliori, a partire dal numero di aziende interessate, grazie anche al prezzo a base di gara di due milioni di euro ripartiti nei primi anni previsto dall’Università per rendere il bando più appetibile. «Il nostro obiettivo è per far partire il campus già nel mese di settembre - spiega il direttore generale d’ateneo Maria Pia Turinetti di Priero -. Nello scrivere il capitolato abbiamo dovuto studiare un nuovo meccanismo di attribuzione dei punteggi e chiarire il tipo di relazione che l’Università avrà col nuovo gestore, in particolare nella fruizione della struttura per le esigenze dell’ateneo».

Ex ospedale militare pronto ma nessuno vuole gestirlo
L'ex ospedale militare

Oltre alla gestione, chi vincerà la gara dovrà farsi carico del completo arredo del comprensorio, che conta 163 stanze con 239 posti letto, 172 posti auto, bar, biblioteche, portineria, market, palestra, sale di lettura, il tutto distribuito sui 2.162 metri quadri della cosiddetta Casa del Comandante e altri 14.276 del corpo centrale collegato. Dei 239 posti alloggio, 176 dovranno essere riservati in via prioritaria agli studenti beneficiari delle agevolazioni dell’Ardiss (ex Edisu), lasciando solo i rimanenti 63 ad affitto “libero” (le tariffe saranno oggetto delle offerte in gara).

«Ma se l’Ardiss dovesse richiederne un numero inferiore, allora anche quei posti potranno essere affittati a terzi: studenti stranieri, ospiti Erasmus, ricercatori, ma anche docenti e borsisti - precisa il rettore Maurizio Fermeglia -. Noi ci stiamo muovendo molto per attirare studenti stranieri in un’ottica di internazionalizzazione dell’ateneo, ma anche la Regione ha fatto la sua parte, riunendo attorno a un tavolo tutti gli enti scientifici cittadini per capire come il campus potrebbe soddisfare le loro esigenze. Abbiamo raccolto molte manifestazioni di interesseche porteremo in dote al nuovo gestore».

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