Trieste: il Porto compra il 40% di Fernetti
L’Authority acquisisce il controllo della società che gestisce il Terminal: ok della Provincia
Una quota del 36-40% almeno, questo l’obiettivo da raggiungere per l’Autorità portuale che ora detiene un pacchetto attorno al 6%. Il presidente Claudio Boniciolli ieri ha avanzato la sua proposta ai soci che hanno dato la loro disponibilità a cedere una parte delle partecipazioni della società. A cominciare dalla Provincia che detiene circa il 36%. C’erano tutti i soci al vertice convocato dalla presidente, Maria Teresa Bassa Poropat (con lei il vice ed assessore all’economia Walter Godina e la collega alla pianificazione e trasporti Ondina Barduzzi) a cominciare dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza (il Comune possiede il 24%), la Camera di commercio con Maurizio Salce (14%), il sindaco di Monrupino Alessio Krizman (12%), un esponente delle Autovie venete (3,3%), e uno delle Dogane (4%).
«L’utilizzo da parte del porto di Trieste di questa zona come area retroportuale è strategico, ormai è un dato di fatto – conferma la Bassa Poropat – ed è importante che ci sia l’ingresso, da protagonista, dell’Authority. Ma è importante che rimangano dentro anche le istituzioni. Tutte hanno dato la loro disponibilità a rinunciare proporzionalmente a una parte delle quote per consentire al Porto di acquisire il controllo della società. Come Provincia ci siamo fatti carico di guidare l’operazione. Affideremo a un istituto specializzato (un advisor), la valutazione della società ed entro fine luglio contiamo di avere la perizia. Poi, esauriti i tempi tecnici necessari, procederemo a perfezionare l’operazione».
C’e già comunque un valore indicativo sulla società, il Terminal intermodale di Fernetti, che si aggira attorno ai 6,7 milioni di euro. Il capitale versato ammonta a 5,3 milioni. Proprio all’inizio di maggio è stato varato il bilancio che oltre a mostrare numeri in crescita ha evidenziato la particolarità che i traffici di Tir, nonostante l’aumento dei paesi aderenti all’Ue, non sono diminuiti. Il 2006 si è chiuso con un fatturato lordo di 2,7 milioni, 200 mila euro invece l’utile ante-imposte. Lo scorso anno sono transitati per il terminal 163 mila 105 Tir e nel primo quadrimestre 2007 sono già passati 51 mila mezzi. «Avevamo sempre manifestato l’interesse per gestire il Terminal – conferma lo stesso Boniciolli – Fernetti è uno dei punti di concentrazione del traffico che orbita sul Porto. Ora abbiamo il 6% puntiamo ora a raggiungere il controllo acquisendo un altro pacchetto pari al 34-40% di quote. Capacità e spazi a Fernetti non sono infiniti, per lo scalo di Trieste che ha scarsi spazi questa acquisizione è importante. Come l’Autoporto di Sezana per il porto di Capodistria che sta procedendo ad acquisire, per lo scalo gestito da Luka Koper, nuove aree dove fare attività logistica. Una fame di spazi che hanno tutti i porti, pure Genova sta guardando fino ad Alessandria per allargare il suo retroporto. Si stanno muovendo tutti e non potevamo certo stare fermi».
Una destinazione scritta quella per Fernetti, lo aveva ribadito lo stesso amministratore delegato del Terminal, Livio Maraspin, in occasione del varo del bilancio, che aveva pure lanciato un monito sulle mosse della Slovenia: «Lo sviluppo retroportuale è la nostra vocazione, lo abbiamo scritto nello statuto ed è il vero futuro per Fernetti. Ho assoluta identità di vedute con Boniciolli, c’è massima intesa e dobbiamo lavorare insieme. Ma bisogna fare presto e tener presente che il Terminal di Sezana sta diventando il retroporto di Capodistria». Gli «acquisti» per l’Authority però non sono finiti. «L’area di Fernetti potrebbe non essere l’unica» ammette il presidente Boniciolli con riservatezza sibillina. Il pensiero va subito ad un’altra area, quella di Prosecco: circa 200 mila metri quadrati accanto alla stazione di Prosecco. In questa zona, oltre che a Fernetti, Boniciolli, come indicato nel piano triennale 2007-2009 (da poco approvato) intende trasferire una porzione del Porto franco che occupa la quasi totalità del Porto Vecchio.
Tra le prime mosse dell’Authority sarà quella di adeguare le infrastrutture collegandosi alla ferrovia. «Bastano poco più di 100 metri di binario per collegarsi alla rete ferroviaria – conferma Boniciolli – una volta acquisito il controllo del Terminal lo faremo. I tempi dell’operazione spero siano rapidi: finita la valutazione della società procederemo. Bisognerà vedere i fondi che abbiamo a disposizione come Autorità portuale. Qualche idea ce l’abbiamo altrimenti non avremmo lanciato la proposta. Poi spero che la Regione, come ha fatto anche per altre realtà, si sforzi per agevolare anche questa acquisizione».
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