Trieste, il ponte festivo fa il pieno di turisti. La Fipe: «Affari cresciuti del 30%»

Tutto pieno. Stavolta non ci sono se e ma, distinguo e dibattiti: la fortunata sequenza di ponti e fine-settimana tra Ascensione, Pentecoste, Festa della Repubblica ha costituito un’occasione straordinaria per il settore triestino dell’accoglienza. Un rapido giro d’orizzonte tra bar, ristoranti, alberghi, musei fornisce una risposta unanime all’insegna del segno “più”.
Molti gli austriaci - come tradizione - ma soprattutto molti gli italiani - questa la lieta novella- con significativa rappresentanza di lombardi, emiliani, piemontesi. Molte le vetture, da non sottovalutare però la percentuale degli arrivi in treno. Bruno Vesnaver, presidente della Fipe, azzarda, sulla base delle indicazioni pervenute dai colleghi esercenti, un dato-sintesi statisticamente forte: «Rispetto allo scorso anno l’aumento dei visitatori è superiore al 30%».
D’altronde Cristina Lipanje, presidente uscente di Federalberghi, in genere piuttosto misurata se non addirittura critica nel valutare il polso del settore turistico, non ha dubbi: «Siamo al quasi tutto esaurito, dico 90% per prudenza. Ho parlato con alcuni operatori e la tendenza rilevata è sempre molto buona. Direi che da anni non si ottenevano, per numerosi giorni consecutivi, risultati così importanti. Speriamo siano di favorevole auspicio per la stagione estiva».
Anche Vesnaver non ricordava un’età altrettanto aurea: «Non si trova un letto, posso dire che, oltre agli alberghi, hanno lavorato anche i B&b e le case vacanze. Lo abbiamo verificato con l’alta frequenza dei clienti reciprocamente consigliati». «I pareri espressi dai turisti sono generalmente positivi, sia sulla città che sulla qualità dei servizi. A differenza di altre località i prezzi non sono esagerati e di regola non “bastoniamo” con il conto».
E c’è un argomento che al presidente della Fipe non può non stare a cuore: «Finalmente moltissimi locali aperti, finalmente una vera mentalità turistica da parte degli operatori, che hanno capito che chiudere non giova alla gestione e che ai visitatori bisogna garantire il servizio». Sull’abbrivio dell’entusiasmo Vesnaver è convinto che «la vera industria di Trieste è il turismo», ma che vi siano ampi margini di miglioramento: «Segnaletica, coordinamento con le guide, nuovi stabilimenti balneari».
Cristina Lipanje è sulla lunghezza d’onda: «L’offerta triestina è migliorata, “booking.com”, su cui pure nutro forti perplessità, assicura comunque maggiore visibilità. Chi viaggia si informa e consulta il web». Ma non molla la presa: «Trieste è bella ma ... Ma la segnaletica dei siti storico-artistici è quantomeno carente, ma la manutenzione del verde in alcuni luoghi di primo piano - come il Teatro Romano e piazza Sant’Antonio - lascia molto desiderare». E quando nel 2018 scatterà la tassa di soggiorno e sarà il Comune a incassarla, «il Municipio - insiste la presidente degli albergatori - dovrà convogliare i proventi su una promozione di fascia alta e su un palazzo dei Congressi che ci permetta di lavorare anche lontano dall’estate».
Ieri Giorgio Rossi, assessore comunale “pluridelegatario”, ha fatto un salto al Castello di San Giusto, dove nei tre giorni del fine settimana sono stati staccati oltre 2500 biglietti, un risultato che il pubblico amministratore ritiene «molto soddisfacente». Al quale si aggiunge la buona affluenza - prosegue Rossi - alla mostra della collezione Sgarbi in Pescheria.
«Speriamo che con la nuova direzione dei musei il Revoltella riprenda quota», rifinisce. Ma anche il titolare della Cultura comunale è convinto di un necessario salto di qualità nel marketing e nella comunicazione. «Tra la fine di giugno e i primi di luglio - preannuncia - apriremo un infopoint in piazza Unità, sotto il portico della residenza municipale, dove una volta c’era una sede del’Aiat. I lavori edili sono stati ultimati e adesso inseriremo le apparecchiature informatiche fruibili dai visitatori per conoscere le principali iniziative comunali».
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