Trieste, il Pedocin “ostaggio” di un nido di gabbiani: stop ai lavori previsti
TRIESTE Niente terrazza ripristinata per il momento al Pedocin. Per colpa dei gabbiani. O meglio di una famiglia di pennuti, che ha deciso di nidificare accanto allo stabilimento balneare e di mettere su famiglia nelle scorse settimane. Una sorpresa per il Comune, che ieri ha annunciato come i lavori previsti in questi giorni saranno rimandati. A data da destinarsi. E non è detto che entro l’estate tutto sia risolto, visto che i cuccioli sono ancora molto piccoli. «I calcinacci caduti sulla parte in cemento, dentro lo stabilimento Alla Lanterna, sono di un edificio dell’Autorità portuale adiacente, in concessione al consorzio che gestisce l’Ausonia – spiega l’assessore comunale Giorgio Rossi –. Abbiamo avvisato tempestivamente la proprietà di quello che era accaduto e della necessità di procedere in tempi brevi a un intervento di risanamento, ma quando gli operai sono andati sulla copertura, per controllare il danno e per ripararla, si sono trovati davanti a un nido di gabbiani. A quel punto è stata allertata la Guardia forestale locale e visto che si tratta di animali tutelati, nulla si può fare, anche perché ci sono alcuni piccoli già nati e anche altre uova. Insomma dobbiamo aspettare che decidano loro quando andarsene, fino a quel momento non si tocca niente, non si può effettuare alcuna riparazione e di conseguenza anche la zona del Pedocin sottostante resta transennata, visto che c’è ancora il rischio che cadano materiali».
Nei giorni scorsi un gruppo di donne aveva raccolto oltre 500 firme, inoltrate al Comune, per chiedere di velocizzare l’intervento su quel tetto, stufe di non poter accedere a uno spazio tanto amato all’interno dello stabilimento, quella terrazza in cemento alla fine della spiaggia, utile per prendere il sole, ma anche per godere di un po’ d’ombra. Una protesta sentita, rimbalzata anche su Facebook, con tanto di risposta dell’assessore a mezzo stampa, che aveva rassicurato le signore, su un controllo imminente della struttura rovinata. Poi ieri la novità emersa dopo il sopralluogo. «Tutte dovranno avere pazienza – sottolinea Rossi –, d’altra parte alla natura non si può mettere fretta».
Resta da capire ora quanto ci metteranno i piccoli a spiccare il volo. Saranno spinti ad andarsene dal brusio incessante delle centinaia di bagnanti che ogni giorno affollano la parte femminile della Lanterna o si troveranno a loro agio al caldo e vicino al mare? Tra i piccoli nati e le uova ancora non schiuse, potrebbe volerci anche tutta l’estate. E il Comune ieri ha anche ricordato un’altra informazione importante per i bagnanti di tutto lo stabilimento: per «esigenze pubbliche di igiene e sicurezza» vige il divieto – si legge nella nota diffusa – «di appendere con catene o comunque di depositare sotto il porticato le attrezzature da spiaggia private. Si avvisa che tali attrezzature dovranno venir rimosse entro domenica 24 giugno e potranno venir depositate esclusivamente nei due magazzini dello stabilimento, fino al raggiungimento della massima capienza. Il deposito non è custodito e pertanto il Comune non si assume responsabilità alcuna per eventuali danni ai materiali depositati».
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