Trieste, il "Pedocin" finisce sulle pagine del magazine di Le Monde

Il film “L’ultima spiaggia” girato alla Lanterna diventa occasione per parlare dell'iconico stabilimento balneare
L'ultima edizione di M, il magazine settimanale de Le Monde
L'ultima edizione di M, il magazine settimanale de Le Monde

TRIESTE Sfogliando l'ultima edizione del settimanale francese M, Le Magazine du Monde, ci si imbatte nell'articolo: "Baignade non mixte à la plage de Trieste".  Anche senza sapere il francese si intuisce di cosa parla: del mitico "Pedocin", ovvero l’ultimo stabilimento balneare in Europa in cui la spiaggia e il mare sono divisi in base ai sessi, metà per gli uomini e metà per le donne.

"L’ultima spiaggia”, il documentario interamente girato da Thanos Anastoupolos e Davide Del Degan alla Lanterna è il pretesto per parlare di uno dei tanti simboli di Trieste, la cui storia inizia quando la città era ancora sotto il dominio austriaco. "Un luogo bizzarro, abitato da un'umanità particolare, che si prestava a essere raccontato attraverso il cinema", secondo il regista greco. 

Le immagini del film, protagonista anche alla kermesse di Cannes, sono state riprese nell'arco di un anno all'interno dello stabilimento balnerare "La Lanterna", con pazienza e discrezione, restando semplicemente a osservare ciò che capitava all'interno di questo luogo così speciale che ancora conserva - ultimo in Europa - un muro che divide i bagnanti dalle bagnanti. "Una storia molto locale può diventare universale, dipende dallo sguardo", secondo Anastoupolos.

Plage à part è il titolo dell'articolo contenuto nella rivista
Plage à part è il titolo dell'articolo contenuto nella rivista

Il prossimo 23 novembre pellicola uscirà in Francia, Paese dove aspra è stata la polemica sul costume pensato per le donne islamiche in seguito all'attentato di Nizza. "Lontano dalle liti francesi sul burkini, le donne di ogni estrazione vengono qui per riposarsi dagli occhi degli uomini", scrive il giornalista Pierre Sorgue. 

In spiaggia al Pedocin con velo e abiti lunghi
Una donna passeggia in burkini al Pedocin

«Se ho capito bene - confidò uno dei presenti all'anteprima cinematografica triestina - si tratta di una specie di documentario su una realtà che conosciamo tutti, ma frequentiamo solo a metà. Perché io ovviamente non sono mai stato nella parte delle donne, e ora voglio proprio vedere cosa succede al di là del muro».

Questa settimana, a spiegarlo anche per il pubblico internazionale, ci ha pensato la prestigiosa rivista francese. 

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