Trieste, il park di Monte Grisa la notte è una "pista" clandestina

Accelerazioni, derapate, frenate, urla e risate: l’area di sosta sotto il santuario trasformata la notte in autodromo non autorizzato
Silvano Trieste 22/05/2016 Montegrisa il rito e la benedizione
Silvano Trieste 22/05/2016 Montegrisa il rito e la benedizione

TRIESTE Segni sull’asfalto “degni” dell’autodromo di Monza. Testimonianze di residenti dell’altipiano, che vivono a qualche centinaio di metri di distanza, che riferiscono di sentire, nottetempo, i classici rumori prodotti da motori spinti al massimo, portati ad accelerazioni esasperate, a cui segue il tipico sibilo della frenata effettuata in pochi metri. Il tutto con l’accompagnamento di urla e risate. Siamo nel cuore del Carso triestino, in quello che dovrebbe essere un tranquillo parcheggio per i mezzi che portano i fedeli a pochi passi dal santuario di Monte Grisa, da raggiungere poi a piedi.

Quel grande piazzale sembra invece essere diventato il teatro di esibizioni notturne di automobilisti e motociclisti in vena di emozioni forti, il circo per le evoluzioni di chi vuole dimostrare di essere molto bravo al volante o in sella a una potente due ruote, sollevando nuvole di polvere con una frenata, una derapata, un “burnout”, infischiandosene ovviamente delle regole del Codice della strada e dell’incolumità propria e altrui.

E c’è chi ipotizza addirittura che nel parcheggio si svolgano piccole gare o competizioni di abilità “clandestine”, magari con qualcosa in palio. A rendere il parcheggio il luogo ideale per queste prestazioni è il fatto che non è illuminato, non è controllato da telecamere ed è lontano da sguardi indiscreti. Vi si accede attraverso una sola strada che taglia la boscaglia circostante, perciò di notte, col buio, è facile accorgersi se sta arrivando qualcuno: i fari ne rivelerebbero subito l’approssimarsi. Insomma: quel piazzale, nato per permettere alle corriere dei fedeli che arrivano da lontano di parcheggiare e fare manovra con comodità, sembra essere diventato una sorta di parco dei divertimenti per chi vive l’automobile o la motocicletta in maniera, per così dire, impropria.

L’area è di proprietà del Comune. Il vicesindaco nonché assessore alla Polizia locale e alla Sicurezza Paolo Polidori spiega di non aver «mai ricevuto segnalazioni in merito», ma promette di «allertare il comando della Polizia locale per le verifiche del caso». Del resto le forze dell’ordine, sull’altipiano, in questi mesi sono impegnate nel controllo dei confini e dei flussi di migranti. «Siamo consapevoli delle varie problematiche – rileva a sua volta il consigliere comunale Salvatore Porro, sempre attivo a Monte Grisa nell’ambito del “Movimento cattolico per la famiglia e la vita” – ma certo dotare il piazzale di una buona illuminazione sarebbe già un buon passo in avanti».

«Non è un intervento semplice – osserva l’assessore alla Viabilità Luisa Polli – perché non esistono collegamenti elettrici lungo la strada che porta al santuario e nel parcheggio. Forse si potrebbe pensare a pannelli solari – aggiunge – ma il costo è considerevole».—


 

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