Trieste, il Parco del mare torna sotto “indagine” in Consiglio comunale
TRIESTE Il Parco del mare ritorna in Consiglio comunale. Non è la prima volta visto che è da più di dieci anni che si aggira per la città. Stavolta sarà oggetto di un Consiglio comunale straordinario chiesto ieri dal Partito democratico per aprire il dibattito sulla sua attuale ubicazione nell’area della Lanterna che sta dividendo Trieste.
Un modo per conoscere “lo stato di avanzamento del progetto”, il business plan (il piano finanziario), la localizzazione della proposta ed eventuali alternative.
La richiesta è già stata esaminata dalla Conferenza capigruppo e il presidente del Consiglio Marco Gabrielli convocherà la seduta entro i 20 giorni previsti dallo Statuto sentendo i capigruppo e verificata la disponibilità delle persone invitate a intervenire.
Oltre al sindaco Roberto Dipiazza, il Pd chiede la presenza del presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti (il “padre” del Parco del mare), il presidente della Fondazione CRTrieste Massimo Paniccia (pronto a sostenere finanziariamente il progetto), il presidente dell’Autorità di sistema dell’Adriatico orientale Zeno D’Agostino (concessionario dell’area di Porto Lido), un rappresentante della Regione Friuli Venezia Giulia (che ha dato il placet all’operazione) e un rappresentante del neonato comitato che chiede una diversa localizzazione dell’area della Lanterna.
«Nella scelta della data ho preferito coinvolgere i capigruppo - spiega Gabrielli -. Credo sia importante e utile aprire un dibattito su un progetto del genere. Anch’io non mi sono ancora fatto un’idea precisa. È un tema su cui si dibatte molto. Il Consiglio serve anche per questo. Approfitterò dell’occasione per farmi anche un’idea personale».
La questione, al di là degli investimenti necessari e della sostenibilità futura del progetto, è legata al suo ultimo approdo sul Molo Fratelli Bandiera all’interno della concessione di Porto Lido (ex Cartubi) proprio nel momento in cui si è arrivati (dal primo gennaio) alla sdemanializzazione di Porto vecchio.
Nella sua storia decennale il Parco del mare è stato collocato ovunque: dal terrapieno di Barcola all’ex Pescheria sulle Rive, dal Porto vecchio (area Greensisam) al Mercato ortofrutticolo di Campo Marzio (dove l’attuale sindaco vuole realizzare una mega Spa).
«È un tema importante per la città, da affrontare in modo serio e approfondito per le sue implicazioni turistiche, urbanistiche, di mobilità, insomma di visione di città, senza ricadere nella contrapposizione tra il “se devi” e il “no se pol” pregiudiziale», aggiunge l’ex sindaco Roberto Cosolini che, come consigliere comunale del Pd, ha promosso il Consiglio comunale straordinario.
«Non mi sono ancora fatto un’idea precisa - aggiune Lorenzo Giorgi, assessore al Patrimonio -. Credo che un approfondimento sia utile per tutti. Si tratta di un progetto oneroso destinato ad avere forti ricadute. Ben venga un Consiglio comunale sul tema».
L’ex sindaco Cosolini non ha mai fatto invece mistero sulla sua preferenza per la collocazione del Parco del mare in Porto vecchio. «Da sindaco avevo posto due condizioni per appoggiare il progetto: l’individuazione di un partner privato che condividesse l’investimento, non solo pubblico, e un serio raffronto tra costi e benefici tra la proposta di Porto Lido della Camera di commercio e l’opzione Porto vecchio tornata attuale dopo la sdemanializzazione.
Sono convinto che da questo confronto uscirebbero smentiti alcuni luoghi comuni come quello, per esempio, che Porto vecchio richiederebbe tempi molto più lunghi dell’area della Lanterna. E questa era anche la posizione della Regione».
Il dibattito in Consiglio è anche il modo per dare voce al Comitato che sta raccogliendo firme (quasi un migliaio) contro l’ipotesi della collocazione sul Molo Fratelli Bandiera. Da questo punto di vista esiste anche il parere autorevole dell’advisor Ernst&Young che ha redatto il piano strategico per il Porto vecchio. Dal suo punto di vista non vi sono dubbi: il Parco del mare deve ritornare in Porto Vecchio. Stavolta magari senza passare dal via.
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