Trieste, il Marina San Giusto fuori dalle secche
TRIESTE Il San Giusto sea center, fulcro del turismo nautico triestino a due passi da piazza Unità, sembra uscito dalle secche della crisi che solo pochi mesi fa lo aveva portato sull’orlo del fallimento. Pietra filosofale di tutta l’operazione la nuova concessione trentennale alla società che il Comitato portuale ha approvato ancora il 18 febbraio scorso, ma che sarebbe poi stata l’elemento determinante in base al quale il pool delle cinque banche creditrici ha accettato le linee guida del piano di rimodulazione del debito che ora ammonta per la precisione a 2 milioni 870mila euro, piano che in queste settimane l’amministratore delegato Gianfranco Nobile sta approntando con scrupolo certosino. L’istituto che vanta il credito maggiore è Mediocredito.
La strategia che alla fine dell’anno scorso aveva portato gli amministratori a chiedere ai 33 soci un finanziamento di 250mila euro e il versamento di un pari importo ai 105 titolari di ormeggio innescando la reazione di una parte di essi, è stata stoppata e rivoluzionata e le nuove misure adottate sono ora illustrate dallo stesso Nobile che di professione fa il commercialista oltretutto specializzato nel salvataggio di aziende decotte e dal presidente, l’architetto Paolo Zelco.
Dopo gli aumenti attuati negli anni scorsi, il capitale sociale è stato abbattuto di un milione e mezzo di euro per permettere l’assorbimento integrale delle perdite degli esercizi precedenti. I soci poi hanno effettuato un ulteriore versamento in conto capitale destinato in particolare al pagamento delle posizioni debitorie scadute.
Si tratta di un nuovo sacrificio economico che è stato richiesto e ottenuto, nella misura complessiva di 370mila euro che saranno inoltre sufficienti anche per i previsti lavori di manutenzione alla diga e ai pontili che saranno eseguiti quest’estate, quando le condizioni meteomarine saranno particolarmente favorevoli, e per l’installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza con l’intento non solo di aumentare la sicurezza, ma di eliminare anche la costante presenza notturna di un marinaio di guardia.
La struttura si compone di un porto storico per 245 imbarcazioni tra i 9 e 24 metri nonché di un megayacht port in grado di ospitare numerosi panfili di lusso entro i 100 metri.
Si tratta di un nuovo sacrificio economico che è stato richiesto e ottenuto, nella misura complessiva di 370mila euro che saranno inoltre sufficienti anche per i previsti lavori di manutenzione alla diga e ai pontili che saranno eseguiti quest’estate, quando le condizioni meteomarine saranno particolarmente favorevoli, e per l’installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza con l’intento non solo di aumentare la sicurezza, ma di eliminare anche la costante presenza notturna di un marinaio di guardia.
La struttura si compone di un porto storico per 245 imbarcazioni tra i 9 e 24 metri nonché di un megayacht port in grado di ospitare numerosi panfili di lusso entro i 100 metri.
L’assemblea della società ha anche approvato il bilancio per l’esercizio 2015 che presenta un utile di 127mila euro dopo il pagamento delle imposte. È stata infine redatta la situazione contabile infrannuale al 15 aprile 2016 che conferma il positivo trend aziendale.
«Tutti questi documenti - fa notare Nobile - sono stati presentati al ceto bancario in una recente riunione per la redazione del Piano di rimodulzazione dei debiti finanziari, con condivisione da parte degli istituti di credito delle linee guida programmatiche per il suo sviluppo».
La battaglia che si era innescata nei mesi scorsi in particolare con una parte dei titolari di ormeggio, una trentina dei quali si erano costituiti nel “Comitato San Giusto” con l’intento anche di “controllare” l’operato della governance, aveva avvelenato l’atmosfera interna già incancescente per la miriade di battaglie legali con l’ex presidente Italo Mariani.
Ora finalmente, con il porto della stabilità economica che appare all’orizzonte, le acque potrebbero calmarsi. «Stiamo operando in silenzio e nel rispetto delle norme - conclude Nobile - ricambiando la fiducia dimostrata nell’attuale governance della società da parte delle amministrazioni pubbliche, dei soci, del ceto bancario e dei fornitori, e aggiornando periodicamente gli utilizzatori degli ormeggi, inviando loro specifiche informative».
Tutto ciò mentre Zelco annuncia il prossimo arrivo in serie di alcuni megayacht, tra cui uno di 76 metri, che oltre ad arricchire la scenografia delle rive triestine porteranno un po’ di ossigeno alla casse della società.
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