Trieste, il liceo privato “Bachelet” in liquidazione a metà anno scolastico

Il Liceo Bachelet di Trieste finisce in liquidazione a metà anno scolastico. Non ci sarà alcun secondo quadrimestre per il liceo linguistico privato nato nel 1986 e diventato scuola paritaria nel 2001. Cancellato a 28 anni dalla fondazione. Il liquidatore, il ragioniere Paolo Davanzo, ha gettato la spugna dopo un mese di incarico. Il consiglio dell’Associazione culturale Bachelet, che dal settembre 2012 gestisce la scuola di via San Francesco 12, si era dimesso a fine gennaio passando la patata bollente al liquidatore. «Non c’erano alternative. Solo promesse e nessuna certezza sui contributi pubblici alle scuole paritarie. Nessuna si è sentito di contrarre delle obbligazioni in assenza di copertura economica. Era un impegno al buio», spiega Davanzo. Associazione in liquidazione e ora anche il liceo linguistico. Rimane il mistero del perché si sia deciso di iniziare comunque l’anno scolastico per poi lasciarlo a metà. «È stato un azzardo del consiglio uscente. Non me lo spiego», dichiara il ragioniere.
A restare tagliati fuori sono nove ragazzi iscritti a una quarta che ora dovranno, a metà anno scolastico, arrangiarsi. Due di loro, per fortuna, studiano all’estero. Era stata trovata, in accordo con i genitori, una soluzione provvisoria. A fine febbraio la Provincia, d’intesa con la Direzione regionale all’istruzione, aveva deliberato la messa a disposizione gratuita a favore del Liceo Bachelet di un’aula scolastica al Liceo Galilei (succursale di via Battisti) da marzo a giugno. «Abbiamo fatto in fretta per trovare una soluzione all’emergenza scolastica del Bachelet» spiega l’assessore provinciale Adele Pino. Ma la situazione è precipitata nelle ultime ore. E ieri è arrivata la notiza che quegli spazi non servono più, perché il Bachelet non esiste più da ieri. «Quattro ragazzi si sono ritirati. Due studiano all’estero. Sono rimasti in tre. Non credo arriveremo a fine anno scolastico» pronosticava ieri mattina la preside del Bachelet, Elena Kratter, rimasta sola a presidiare la sede di via San Francesco. «Sono venuti meno i contributi economici che avevamo negli anni precedenti. La cosa non sta più in piedi». Due ragazzi sembrano intenzionati a iscriversi a Gorizia, altri forse al Dante di Trieste. La dirigente scolastica, in carica al Bachelet dal 1997, non ha molta voglia di parlare. «Non so cosa dirle. La situazione finanziaria è molto grave. Io mi curo dell’attività didattica. Non pensavo si potesse arrivare a questo punto».
L’allarme era già arrivato a dicembre con l’annuncio dei tagli regionali alle scuole private. «Il taglio è molto grave e pregiudica tutta una serie di attività extracurriculari che venivano proposte agli studenti» aveva fatto sapere la Kratter. Nessuno aveva però paventato l’ipotesi della liquidazione su due piedi del liceo che fino al giugno scorso si promuoveva come una scuola di eccellenza nel campo linguistico, informatico ed economico-giuridico. La prima scuola a Trieste a rottamare i libri a favore dell’iPad. «All’inizio dell’anno scolastico la situazione era diversa. Si pensava potessero arrivare i contributi» taglia corto la Kratter. «L’attività viene chiusa per mancanza di risorse economiche - spiega il liquidatore Davanzo -. I ragazzi hanno tempo fino al 15 marzo per ritirarsi dalla scuola. Non c’erano alternativa». Sul disavanzo, fatti due conti, il ragionere preferisce per ora non esporsi.
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