Trieste, il degrado dei rioni tra materassi e divani

Da Barriera a San Giacomo riesplodono nei weekend estivi i casi dei rifiuti ingombranti abbandonati lungo le strade
Il degrado in via della Pietà
Il degrado in via della Pietà

TRIESTE A fine giornata, mettendo insieme un po’ tutto, se non una casa ci si rifà almeno una stanza. In via Pietà, all’altezza del civico 4, c’è un materasso, ad esempio, pronto all’uso. E pure una sdraio con accanto una poltroncina in vimini e un pezzo di specchiera, o qualcosa del genere. E che dire di quella borsetta verde acqua?

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Tutto comodamente adagiato sul marciapiede dove passa la gente, s’intende, accanto ai bottini dell’immondizia. Quando sugli stessi bottini c’è scritto che no, non si possono abbandonare i rifiuti in strada. Si può, anzi si deve, portare tutto nei depositi di raccolta preposti. O chiamare gli addetti dell’Acegas: sono loro che vengono a prendersi il materiale ingombrante.

«Ho visto uno di colore, è stato lui a buttare quella roba in mezzo alla strada», spiega un signore affacciato alla finestra dell’appartamento. «Era con un gruppo di altri neri e ha mollato tutto là. Sono già due giorni che è così».

Il suo racconto, che conteneva altre parole di certo non benevole sui presunti responsabili, trova conferma nei residenti della zona. «Gli immigrati scaricano di continuo per terra - riferisce un altro - io ne ho visto uno e l’ho avvertito che così non si fa. Gli ho spiegato che esistono dei posti preposti per il conferimento e che esiste il ritiro a domicilio».

Un bici in via Giulio Cesare
Un bici in via Giulio Cesare

Via Pietà non è l’unica in quelle condizioni. Passeggiando nei dintorni di piazza Garibaldi ci si imbatte spesso in scene analoghe. Via Gambini: qualcuno ha ben pensato di scaricare davanti ai cassonetti un intero sacco con bottiglie di plastica (in effetti manca il bottino apposito), un asse da stiro, due micronde, l’anta di un mobile e un mocio.

C’è solo il manico, però, perché per il secchio si deve raggiungere un’altra piccola discarica di Ponziana. Più sotto, in via Raffineria, fa bella mostra una vera e propria esposizione di prefiniti in finto legno chiaro. Magari qualcuno deve rifarsi il pavimento della camera.

Ma le sorprese non finiscono qua, anche perché casi simili di gente che abbandona roba in giro, anche intere poltrone ed elettrodomestici, sono stati segnalati spesso in via del Bosco, dove la strada si incrocia con la scalinata di via Corridoni. O, ancora, in via Tommaso Luciani, dalle parti di via Settefontane.

Assi in via Raffineria
Assi in via Raffineria

Così come a San Giacomo: in via della Guardia ci si imbatte in ben tre bidoni di pittura pieni di spazzatura e materiale edile. Ormai chi passa di là li usa come cestini per le immondizie. A fianco ci sono anche piastrelle rotte e pezzi di muro. Probabilmente qualcuno ha ben pensato di accatastare in quell’angolino i resti di un piccolo cantiere. Roba del genere, come tristemente noto, è abbandonata spesso nei sentieri del Carso o in fondo alle doline. Con vere e proprie cataste di Eternit.

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Dunque Ponziana, è là che si può recuperare il secchio che fa il paio con il mocio di via Gambini, insieme a un materasso sudicio sistemato vicino a uno di quei contenitori gialli per la raccolta degli indumenti. L’autore avrà pensato forse di fare un bel gesto: chissà, forse dentro al cassonetto dei vestiti ci sono pure lenzuola e coperte.

Scendendo verso San Giacomo, imboccando via Paolo Veronese, non può sfuggire quel sacco pieno di bottiglie di vetri. Per terra, quando invece bastava infilarlo nel bottino. E cosa dire della bicilettina per bimbi lasciata davanti al deposito Acegas di via Campo Marzio? Così, appoggiata sui cancelli. Magari qualcuno passa di là e la recupera prima che finisca al macero. Una pulitina e torna come nuova. La stessa cosa che deve aver pensato la banda del materasso di via Pietà. Un beau geste, non c’è che dire.

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