Trieste, il Dante e l’Oberdan vincono la sfida dei licei
TRIESTE A Trieste, tra i classici, vince il Dante-Carducci. L’Oberdan tra gli scientifici, il Petrarca tra i linguistici. A Gorizia, il primo posto dei classici se lo aggiudica il Dante Alighieri, il Duca degli Abruzzi vince la sfida degli scientifici e il D’Annunzio quella dei linguistici. Tra i tecnici il Zanon regna a Udine e il Mattiussi a Pordenone. È la fotografia scattata dalla Fondazione Agnelli e da Eduscopio che, per il quarto anno consecutivo, hanno stilato la classifica delle migliori scuole d’Italia. Una lista con due obiettivi: tastare la capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari; valutare la capacità di istituti tecnici e istituti professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università.
A questo link ( eduscopio.it ) tutti i dati provincia per provincia e scuola per scuola.
Uno strumento prezioso per le famiglie e per le stesse scuole, perché basato su dati oggettivi e affidabili. Come gli studenti che vengono appunto mandati all’università, il numero di esami superati e la media voti ottenuta al primo anno da immatricolati, la percentuale dei diplomati 'occupatì nonché la coerenza tra studi fatti e lavoro svolto. Si scopre così, ad esempio, che a Roma il Torquato Tasso è il miglior liceo classico per il secondo anno consecutivo, mentre tra gli scientifici l'Augusto Righi, terzo lo scorso anno, ha scalzato in vetta il Virgilio. A Milano, invece, tra i classici svetta la paritaria Alexis Carrel della Fondazione Grossman, che ha battuto un'altra paritaria, il Sacro Cuore di Lambrate primo lo scorso anno. Si conferma in testa, tra gli Scientifici, l'Alessandro Volta. Nessuna novità a Napoli, dove per Eduscopio il Sannazzaro e il Mercalli si confermano rispettivamente miglior Classico e migliore Scientifico, e a Torino, dove primeggiano ancora il Cavour e il Galileo Ferraris. Per la nuova edizione di Eduscopio - che prende in considerazione anche gli istituti di Genova, Bologna, Firenze, Palermo e Bari - i ricercatori Gianfranco De Simone e Martino Bernardi hanno analizzato i dati di 1 milione e 260 mila diplomati italiani, in tre successivi anni scolastici, e circa 7 mila scuole.
«Eduscopio è diventato in questi anni un riferimento - commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - come dimostrano gli utenti unici, un milione e duecentomila, che hanno a oggi visitato il portale». L'incremento medio dei visitatori è stato dell'8,4% e le pagine del portale consultate superano i 5 milioni. «Eduscopio è utile perché consente di comparare le scuole dell'indirizzo di studio che interessa allo studente nell'area dove risiede sulla base di come queste preparano per l'università o il mondo del lavoro - prosegue Gavosto -. Ha successo perché le informazioni che contiene sono frutto di analisi accurate a partire da grandi banche dati, perciò oggettive e affidabili. Inoltre, è di facile consultazione e aiuta chi non si accontenta del 'passa parolà e, in modo particolare, quelle famiglie che non possono contare su reti sociali e culturali forti. In questo senso, è uno strumento democratico».
Tra le novità di quest'anno, la più rilevante è la percentuale di diplomati in regola, ovvero l'indicatore per ogni scuola di quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciatura il diploma 5 anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è inclusiva e si impegna a portare avanti il maggior numero di studenti; se è basso, la scuola è molta selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature o hanno abbandonato l'istituto.
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