Trieste, il Comune boccia l’opzione gourmet per rilanciare il Mercato coperto
TRIESTE La riscossa del Mercato coperto non passerà dagli spazi gourmet, dal recupero del rifugio anti-aereo ricavato durante il secondo conflitto mondiale, dal primo piano dedicato alla fisiorerapia e ai servizi alla persona, dalla terrazza parco urbano. Il Comune, attraverso una “pec” spedita alcuni giorni fa dal direttore dei Lavori pubblici Enrico Conte, rimanda al mittente il project financing proposto il 20 dicembre 2019 dall’accoppiata Monticolo&Foti e Sgm Consulting.
Secondo il Municipio, l’idea è sicuramente suggestiva ma altrettanto sicuramente troppo costosa: 6 milioni, di cui il 49% in carico al partner pubblico, sono un investimento che in questa fase il Comune non può permettersi. Inoltre a Conte non è chiaro chi debba gestire la struttura rimodernata o comunque non ritiene che l’argomento sia esplicitato.
Quindi largo Granatieri farà un’altra cosa, seguendo il modello “casa Francol” (con l’auspicio di un risultato migliore ...): si assume in proprio la responsabilità progettuale. Con un profilo meno ambizioso di quello disegnato da Monticolo & Foti, infatti Conte accenna a «un approccio minimalistico»: si parte dalla tutela del bene architettonico anni Trenta progettato da Camillo Jona, da un energico maquillage, da una ricollocazione degli spazi commerciali, dall’individuazione di un gestore perchè il Comune ha da tempo deciso di non condurre direttamente le strutture mercatali.
Non c’è ancora alcunchè di codificato, Conte ne ha parlato a livello tecnico, sia con il suo staff che con la dirigenza della Polizia locale competente per vigilanza e controlli. L’orientamento è quello di metterci pochi soldi perchè dovrà essere il privato il soggetto forte dell’operazione. Gli uffici utilizzeranno lo studio milanese Avion per quanto riguarda la parte finanziaria e procederanno a un incarico esterno per quanto concerne la progettazione.
Andrea Monticolo, circa questa tendenza manifestata dal responsabile comunale dei Lavori pubblici e dei project financing,ha optato per il “no comment”. I contenuti della proposta erano emersi all’inizio dell’anno ed erano stati ribaditi a marzo, allorchè il confronto con il Comune si era fermato a causa dell’emergenza sanitaria. Lo spazio di 3000 metri quadrati in via Carducci sarebbe stato radicalmente ripensato, con un’operatività estesa dalle 8 mattutine alle 22 serali, basato su un’impostazione mista commerciale-culturale-gastronomica- ricreativa.. Al pianterreno è prevista un’area dedicata alla vendita di prodotti locali, in collaborazione con un ristorante “interprete” della tradizione triestina. Salendo al primo piano, ecco la zona destinata al medico/paramedico, nella quale la fisioterapia avrebbe una particolare rilevanza. All’ultimo livello una terrazza da 1500 metri quadrati da aprire alla cittadinanza.Infine una nuova dotazione impiantistica per calibrare caldo/freddo e vetrate trasparenti nella parte esterna dell’edificio.
Camillo Jona era un architetto dei Lavori pubblici comunali.: la scheda di Federica Rovello (“Trieste 1918-1954. Guida all’architettura”) informa che il cantiere venne avviato nell’ottobre 1935 e concluso un anno più tardi. Il 28 ottobre a inaugurare il Mercato coperto intervenne il Duca d’Aosta. Jona intrecciò molte suggestioni: dagli interni della lloydiana “Victoria”, alle rampe del Vignola nella farnesiana Caprarola, fino al Mattè Trucco del Lingotto torinese. —
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