Trieste, il Comune accelera sul Parco del mare

Dipiazza convoca Porto, Camera di commercio e Fondazione CRTrieste. «Progetto da realizzare entro fine mandato»
Veduta aerea dell’area della Lanterna dove è prevista la realizzazione del Parco del mare
Veduta aerea dell’area della Lanterna dove è prevista la realizzazione del Parco del mare

TRIESTE Adesso Roberto Dipiazza, che in passato nutriva qualche perplessità sul tema, si è convinto: avanti con il Parco del mare nell’area ex Cartubi, sotto la Lanterna. Non solo: vuole vederlo realizzato entro la fine dell’attuale mandato.

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Per stringere i tempi dell’iter amministrativo, ieri mattina alle 9 ha convocato nel suo ufficio una riunione operativa con Autorità portuale (Ap), Camera di commercio, Fondazione CrTrieste.

Primo obiettivo: censire le forze, capire chi ci sta e chi non ci sta. Secondo obiettivo: coordinare l’attività delle strutture per evitare dispersioni organizzative.

Perchè, se il Parco deve essere approntato entro il Dipiazza III (quindi primavera 2021), i movimenti delle truppe vanno sincronizzati: la costruzione del Parco implica la durata di 36 mesi. Da Antonio Paoletti e Paolo Santangelo - a nome di Massimo Paniccia - adesione scontata.

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Ma collaborazione anche da Zeno D’Agostino, collaborazione preziosa perchè il Parco sorgerà su un’area pubblica a mare, data in concessione dall’authority. Infatti questo è il primo passaggio da affrontare: Camera e Fondazione hanno già definito un preliminare per acquistare la società “Trieste Navigando” da Invitalia, agenzia del ministero dello Sviluppo Economico.

Il tesoretto di “Trieste Navigando” è tuttora rappresentato dalla concessione che, a suo tempo, ottenne dall’Ap per la realizzazione dello scalo diportistico “Porto Lido” dove una volta operava Cartubi, progetto evaporato.

A questo punto le mosse degli enti interessati debbono convergere: perchè Camera e Fondazione chiuderanno l’acquisizione di “Trieste Navigando” se sarà possibile costruire sulla concessione il Parco del Mare e non un approdo nautico.

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L’Autorità portuale dovrà verificare nel giro di qualche settimana, in base alle volumetrie necessarie al Parco del Mare, quali e quante modifiche siano eventualmente da apportare al Piano regolatore portuale. Lo stesso Comune compirà analoga indagine per valutare la compatibilità del Parco con i suoi strumenti pianificatori.

A tale riguardo D’Agostino reputa prematura qualsiasi anticipazione sull’agenda portuale: «In teoria il progetto potrebbe addirittura rientrare nelle dimensioni richieste dal Prp vigente, senza bisogno di varianti».

Il fatto che il vertice avvenga il giorno dopo la “consegna” dell’ex Magazzino Vini alla città, galvanizza Dipiazza: «Parco del Mare, ex Magazzino Vini, Miramare sono le tre punte dell’attacco triestino. Vanno strettamente connessi: Miramare è un grande attrattore di pubblico, pubblico che però si ferma in periferia e ignora il centro.

Se noi realizziamo riferimenti di forte richiamo sulle Rive, siano enogastronomici o culturali, saremo capaci di spostare verso il centro il flusso di centinaia di migliaia di visitatori. Mi ha convinto l’indotto attivabile per l’economia del territorio».

Con Paoletti, vecchio assertore del Parco del mare, è come sfondare una porta spalancata. «Ce la possiamo fare tra la fine del 2020 e il principio del 2021. Non appena avremo chiaro il contesto pianificatorio, bandiremo la gara per il progetto esecutivo e per il relativo project financing: ritengo che si potrà fare in primavera». Il presidente dell’ente camerale giuliano conferma che le risorse necessarie alla costruzione del Parco ammontano a 42 milioni di euro. Non solo pubblici.

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