Trieste, il circo moderno sposa il teatro e “arruola” detenuti acrobati

TRIESTE Il circo moderno incontra il teatro: nasce così Psychiatric Alcatraz, che dall’8 al 25 novembre sarà in scena in città, nell’area parcheggi di Chiarbola. Un cast internazionale diretto da Sandy Medini, capeggiato da Alberto Gamberini. «Dopo aver collaborato con Paolo Poli per anni, mi sono messo in gioco nella doppia veste di comico e di autore per questo progetto», spiega Gamberini.
Un progetto molto particolare perché parla di carcere, di detenuti, allontanandosi molto da quella che è l’origine del circo per intrattenere il pubblico. «Sentivo l’esigenza di avventurarmi in qualcosa di diverso - aggiunge Gamberini -, e la situazione delle carceri italiane ed europee mi è sembrata un ottimo punto di partenza per parlare del disagio mascherato che si può riscontrare in quei luoghi e che spesso viene nascosto all'opinione pubblica».
In precedenza era già stato Psychiatric Circus ad addentrarsi nei manicomi per raccontare una storia non facile, ma con il sorriso. In questa occasione verrà offerta al pubblico l’occasione di riflettere attraverso uno spettacolo comico. «Abbiamo preso spunto da film e libri oltre alle storie che ci sono state raccontate e ne è uscito un diario di un detenuto clown che racconta la sua esperienza dietro alle sbarre. C’è un direttore severo - prosegue -, che cerca di imporre le sue regole e il suo regime duro e talvolta anche violento. Ma c’è anche una psicologa che invece si mette a disposizione dei detenuti per aiutarli a trovare la via per il loro reinserimento nella società», spiega Gamberini.
E poi ci sono loro, i detenuti acrobati o cabarettisti, che popolano la prigione e che raccontano le loro storie. «La ricerca della libertà, l'evasione, viene espressa attraverso molti numeri aerei, mentre ai cabarettisti spetta il compito di raccontare come si svolgono le loro giornate», aggiunge. Due ore di spettacolo che sono precedute da quaranta minuti di pre show durante il quale sono gli stessi artisti a creare un contatto diretto con gli spettatori, portandoli dentro al loro mondo, per uno spettacolo dalle tinte forti e quindi vietato ai minori di 14 anni per le tematiche trattate.
Un’esperienza indimenticabile anche per un attore come Gamberini, che si ritrova in un ambiente diverso dal classico palcoscenico teatrale. «Dentro al tendone si rompe completamente la quarta parete. Il contatto con il pubblico è diverso, perché lo abbiamo tutto intorno a noi e c'è un'interazione continua. Per noi attori è strano non doverci interfacciare solo con i nostri colleghi e in questo caso il copione, che di solito è il nostro punto fermo, si piega ogni giorno all'improvvisazione. Sto imparando tantissimo da questa esperienza».
E Psychiatric Alcatraz sarà anche l'occasione per Paolo Ruffini di tornare ad esibirsi in città. Il 12 e il 22 novembre sarà proprio lui a interpretare il temutissimo direttore del carcere. «Paolo è un amico che ha aderito a questa esperienza con grande simpatia e ci troviamo molto bene con lui», aggiunge Gamberini.
Uno show inedito, multiforme che nasce dall'apertura di una famiglia circense come i Bellucci, a nuove forme di spettacolo, aprendo il loro tendone ad artisti che lo portano direttamente nel nuovo millennio. —
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