Trieste, il caos contagia pure il Fvg Illy oggi scioglie le riserve
TRIESTE. Come previsto, il nome che non t’aspetti crea scompiglio. Lo schema territoriale del Pd, quello disegnato da Ettore Rosato e dal partito regionale, è saltato in una notte, quella tra giovedì e venerdì. Non per il confermato inserimento nelle liste per le politiche di Riccardo Illy (l’industriale triestino scioglierà oggi le riserve), ma perché Matteo Renzi ha calato in Friuli Venezia Giulia Tommaso Cerno, condirettore di Repubblica, già direttore dell’Espresso e del Messaggero Veneto. Per lui è pronto il posto di capolista al Senato: un seggio blindato. Non un “visitor”, Cerno, ma il candidato che scompagina equilibri già delicati.
È stata una giornata convulsa, l’ennesima, con i dem a caccia di una quadra quasi impossibile da trovare prima di un’altra notte di trattative, con la direzione ripetutamente rinviata prima dell’inizio lavori alle 22.30. Da ore erano esplosi i malumori di Debora Serracchiani, il più vistoso, di Franco Iacop, degli orlandiani tagliati fuori anche in altre regioni. E dunque si è dovuto ricucire, ricomporre, riaprire caselle che sembravano definitive.
«Con pazienza chiuderemo tutto», diceva Rosato prima della riunione finale. Più un auspicio, che una certezza. Cerno ha infatti occupato il secondo posto sicuro a disposizione dei dem. L’altro è quello prenotato proprio dal capogruppo alla Camera, ma messo in discussione per il pressing di Serracchiani, che ha insistito per una posizione che le desse la certezza dell’elezione.
Se la presidente riuscirà a far valere il peso di cinque anni al governo del Fvg, l’esperienza da vicesegretaria nazionale e il fatto di metterci la faccia nell’uninominale di Trieste, Rosato troverà spazio in un proporzionale fuori regione, ovviamente a sua volta con la garanzia del seggio. L’incastro è però complicato perché negli altri territori, specie in quelli più grandi, le tensioni si moltiplicano. A cercare un posto altrove ci ha provato anche Serracchiani (si è parlato della Liguria), ma fino a tarda sera senza successo. Uno psicodramma scattato dopo che l’indicazione di Cerno aveva sconvolto già ieri mattina la griglia di partenza, quella che i regionali avevano costruito da settimane. «È stata una scelta personale, di vita, combattuta – spiega il giornalista udinese –. Che cosa mi ha convinto? Due parole: partito e democratico, la garanzia per una battaglia a difesa dei diritti. Il Pd è indietro nei sondaggi? Dobbiamo avere il coraggio di dire ai cittadini che non si può fare tutto, l’esatto contrario di quanto affermano Fi e Lega».
Un’altra certezza, a sentire i dem, oltre alla conferma di Isabella De Monte nell’uninominale senatoriale del Friuli, è quella che riguarda la candidatura di Illy nell’uninominale del Senato di Trieste e Gorizia. L’ex sindaco di Trieste e presidente della Regione si è visto recapitare in mattinata la proposta ufficiale e si è preso 24 ore di tempo per decidere. «Perplessità? No, ma è serio approfondire». Il resto è il valzer delle ipotesi. A partire da quelle che riguardano l’altro grande scontento, Iacop. Il presidente del Consiglio Fvg, che sperava di essersi assicurato il posto blindato al Senato, ha gestito la delusione con aplomb, ma anche con la promessa di valutare le conseguenze di un’esclusione: «Era stato disegnato un progetto rispetto alle cose fatte, a questo punto vedrò quali sono le prospettive su dimensione regionale».
In serata tuttavia, prima dell’inizio della direzione notturna a Roma, le quotazioni di Iacop sono risalite. Nessuna scorciatoia, ma almeno la possibilità di provarci. Prima si è parlato del terzo posto nel listino del Senato dietro a Cerno e alla rappresentante della comunità slovena (Tatjana Rojc favorita su Martina Malalan), poi del secondo posto nel listino della Camera dietro a Serracchiani. Uno scenario in cui al terzo posto si potrebbero infilare le triestine Antonella Grim e Caterina Conti o la sacilese Patrizia Del Col. Altri nomi in bilico sono quelli di Paolo Coppola e Giorgio Zanin. Il primo sembrerebbe fuori dalla corsa che conta, il secondo, visto il malcontento del pordenonese che rischia di ritrovarsi senza eletti, potrebbe rimbalzare dal collegio camerale di Pordenone al terzo posto nel listino del Senato.
Unici collegi senza scossoni quelli camerali di Gorizia, con Giorgio Brandolin saldissimo, Udine, dove pare averla spuntata il sindaco di Palmanova Francesco Martines, e Codroipo-Alto Friuli, con Silvana Cremaschi che, nel bailamme di giornata, non è mai stata citata. Probabilmente, per lei, una buona notizia.
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