Trieste, il Canale navigabile diventa salone di bellezza per il maxi yacht del tycoon neozelandese FOTO

Gli interventi su “Ulysses”, 116 metri di lunghezza, dureranno per un mese e mezzo. Il magnate Hart ha preferito Trieste a Baleari e Grecia
Lasorte Trieste 15/10/18 - Canale Navigabile, Mega Yacht, Ulysses
Lasorte Trieste 15/10/18 - Canale Navigabile, Mega Yacht, Ulysses

TRIESTE Supera il campo di gioco ospitato nello stadio di San Siro. Perché il tappeto verde milanese si estende per 105 metri, mentre il maxi-yacht “Ulysses”, approdato ieri mattina alle 8.40 alla banchina del Polo nautico nel Canale navigabile, si allunga per 116 metri. Dove non corrono i ragazzi di Spalletti e di Gattuso, ma una quarantina di addetti imbarcati al seguito. I triestini hanno già avuto il piacere di incontrare questa quasi-nave, quando in agosto aveva appoggiato le sue rispettabili misure al Molo Pescheria. Adesso questa sua denominazione così joyciana, “en pendant” con la città dove lo scrittore irlandese aveva vissuto nel primo decennio del ’900, campeggia a riva Giovanni da Verrazzano, in attesa che inizino i lavori “di garanzia” e venga soddisfatta la “wishlist” dell’armatore, che è il magnate neozelandese Graeme Hart.



L’acquisizione della commessa è avvenuta attraverso il duplice impegno di Trs (Trieste refitting system) e dell’agenzia Tys (Trieste yacht service, gruppo Samer): in particolare, fanno parte di Trs le aziende Quaiat, Meccano Engineering, Zinelli&Perizzi. Non ci sono molti dettagli sulla tipologia d’intervento (manutenzione, ripittura, ecc.) che durerà un mese e mezzo, e neanche sul valore dell’ordine: la cifra di un milione, circolata un paio di settimane fa, non è stata confermata. Si sottolinea invece come sia stata vinta la concorrenza di cantieri operanti alle Baleari e in Grecia: a mister Hart prima Trieste eppoi il “pacchetto” agenzia-refitting erano piaciuti.



Una volta completata la cosmesi, “Ulysses” riprenderà il mare e farà rotta verso la costa orientale degli Stati Uniti. L’Atlantico è un interlocutore con il quale fare i conti nella miglior forma. Hart non ha intenzione di noleggiarlo nei periodi in cui lui non viaggia. Il super-yacht, della classe “explorer”, è stato realizzato nel cantiere norvegese Klaven, mentre l’arredo è stato curato nella tedesca Bremerhaven: a parte la già citata lunghezza, “Ulysses” è largo 18 metri, stazza 6.700 tonnellate, può ospitare 66 passeggeri - equipaggio compreso - alloggiati in 24 cabine. A bordo un eliporto, dove è in grado di decollare/atterrare un Bell 429. Un tender, il Princess F68, si protende con le sue 37 tonnellate per 21 metri. In via ufficiosa “Ulysses” è quotato 250 milioni di dollari.

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Anche il precedente maxi-yacht di Hart si chiamava “Ulysses” e aveva 10 metri di lunghezza in meno rispetto a quest’ultima edizione: sembrava che lo avesse acquistato il creatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ma la notizia era stata smentita. Per quanto riguarda il proprietario-armatore, il personaggio c’è tutto. Sessantatre anni, Hart è un tipico self-made man: non ha chiuso gli studi e ha fatto il camionista, per poi dedicarsi alla redenzione di imprese decotte. Lungo questa strada è diventato l’uomo più ricco della Nuova Zelanda ed è nella classifica di Forbes che raccoglie la crema della dovizia mondiale. Tiene casa ad Auckland ma anche nelle Figi e in Colorado.

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