Trieste, il campo di Giarizzole rinasce con un milione
TRIESTE Un campo di calcio a sette regolamentare, con il fondo in erba sintetica e dotato di tribune capaci di 120 posti a sedere. Un ampio parcheggio per automobili e mezzi a due ruote. Una palazzina su quattro livelli, interamente ristrutturata, all’interno della quale troveranno spazio una cappella, gli uffici parrocchiali, gli spogliatoi, un’ampia area giochi, i magazzini.
Queste le caratteristiche del nuovo comprensorio oratoriale che sorgerà, entro la fine dell’estate, nel cuore del rione di Giarizzole. Più precisamente fra le via Pantaleone e Cesca, proprio dove, negli anni ’70, prese corpo quella autentica scuola di calcio che assunse il nome del rione, dalla quale uscirono campioni del calibro di Andrea Mitri, e che fu capace di diventare anche un centro di aggregazione per bambini e ragazzi.
Si chiamerà “Casa del giovane”, farà parte della parrocchia della Beata Vergine Addolorata, guidata dal giovane sacerdote don Alessandro Cucuzza e diventerà «il nuovo polo di aggregazione, di gioco, di socializzazione rionale – spiega l’architetto Gianluca Paron, progettista e direttore dei lavori, affidati all’impresa triestina “Build It” srl e, per le rifiniture del campo di calcio, alla società Icop – perché è questo l’obiettivo. Vogliamo ridare a Giarizzole, che comunque non è un rione facile, un luogo dove i giovani possano venire a divertirsi e a fare sport assistiti da educatori, dove gli anziani abbiano modo di ritrovarsi e incontrarsi, i portatori di handicap possano essere coinvolti nelle varie attività, per sentirsi uguali a tutti gli altri».
Il costo complessivo dell’intervento, iniziato proprio in questi giorni, sfiora il milione di euro, di cui 800 mila sono stati messi a disposizione dalla Regione, attraverso finanziamenti successivi, mentre la parte restante è frutto delle donazioni di privati e associazioni. Una parte del costo sarà coperta con fondi della parrocchia della Beata Vergine Addolorata.
«L’area – riprende Paron – è di circa 5300 metri quadrati. È perciò sufficientemente ampia per poter garantire l’accoglienza di centinaia di persone, che potranno essere impegnate nelle diverse attività». All’appello mancano ancora 50 mila euro, «che non sono una somma irraggiungibile – precisa l’architetto direttore dei lavori – e che speriamo possano essere messi a disposizione da qualche sponsor. Con tale cifra potremmo costruire anche due campi di bocce e realizzare un campo di pallavolo e pallacanestro, tutti all’aperto, che completerebbero così il comprensorio sotto ogni punto di vista».
All’area si potrà accedere sia da via Pantaleone sia da via Cesca e il dislivello fra le due strade sarà compensato, all’interno della futura “Casa del giovane”, da rampe «che saranno realizzate in base ai più moderni criteri che garantiscono il transito anche ai portatori di handicap – riprende Paron – perché la finalità del comprensorio sarà proprio quella di mettersi a disposizione di tutti».
Al suo interno opererà anche la polisportiva “Fuoric’entro”, nata nel 1999 dalle costole del Distretto di Salute mentale, per attuare modalità di recupero, di inserimento, di prevenzione nella salute mentale attraverso la pratica sportiva. L’area è rimasta abbandonata per decenni: risalgono alla seconda metà degli anni ’80 le ultime partite di calcio disputatesi sul vecchio campo, all’epoca ovviamente in terra battuta, con il terrapieno che lo circondava su due lati che ogni tanto, soprattutto dopo periodi di forti piogge, tendeva a franare.
«Abbiamo anche avuto la visita del Vescovo, Giampaolo Crepaldi – conclude Paron – che ha espresso la sua grande soddisfazione per la nascita del nuovo comprensorio. Prepareremo anche una bella cerimonia per il giorno dell’inaugurazione, che sarà particolarmente gioiosa».
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