Trieste, il caccia americano Nitze dalla lotta all’Is al Molo VII

Utilizza carburante ottenuto da oli e alghe. Lunedì sera cerimonia a bordo per autorità e vip
Il cacciatorpediniere Usa Nitze ormeggiato alla radice del Molo Settimo (Foto Lasorte)
Il cacciatorpediniere Usa Nitze ormeggiato alla radice del Molo Settimo (Foto Lasorte)

TRIESTE È entrata in porto poco dopo le 10 di domenica mattina per attraccare all’ormeggio 57 alla radice del Molo Settimo, la Uss Nitze, cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke della Marina militare degli Stati Uniti.

È inclusa nel Gruppo di battaglia nella campagna militare contro lo Stato islamico dell’Is. In una breve nota diramata ieri il Consolato generale Usa a Milano ha sottolineato invece la sua inclusione nella «Great green fleet (Ggf) della Marina statunitense, una flotta che, su iniziativa del Dipartimento della Marina, si pone l’obiettivo di dimostrare lo sforzo degli Stati Uniti verso una maggiore efficienza energetica anche in campo militare.

Il cacciatorpediniere si trova nel Mediterraneo nell’ambito del programma “Great green fleet 2016” in collaborazione con la Flotta verde della Marina militare italiana. Il Segretario della Marina Ray Mabus - aggiunge il consolato Usa - ha scelto per questa iniziativa il nome di Great green fleet in onore del presidente Theodore Roosevelt e della sua Great white fleet che all’inizio del ventesimo secolo contribuì a rendere l’America una potenza mondiale. La Great green fleet segna l’inizio dell’era di innovazione energetica inaugurata dal Dipartimento della Marina degli Stati Uniti.

La testata specializzata Difesa online segnala che «poco dopo essere diventato segretario nel 2009, Mabus ha annunciato l’obiettivo di utilizzare, per metà della flotta entro il 2020, fonti alternative di combustibile. La diversificazione delle fonti di combustibile avrebbe protetto la Marina dall’approvvigionamento del petrolio e dalla crisi dei prezzi.

Il presidente Barack Obama ha contribuito a portare avanti l'obiettivo di limitare la dipendenza dai combustibili fossili con la sua strategia energetica nazionale del 2011 chiamata “Blueprint for a secure energy future”. Il suo obiettivo era quello di ridurre di un terzo le importazioni di petrolio entro il 2025. La politica includeva anche un maggiore impiego di biocarburanti avanzati.

Nel 2012, la Marina ha sperimentato carburante alternativo su circa 40 navi, sei sottomarini e 200 aerei che hanno partecipato alla “Rim of the Pacific” nelle Hawaii. La flotta è stata rifornita con un milione di galloni di gasolio “idro-trattato”, una miscela di combustibile tradizionale a base di petrolio e biocarburanti ottenuti da oli alimentari esausti ed alghe».

La Uss Nitze fa parte del Gruppo di battaglia guidato dalla portaerei Uss Dwight D. Eisenhower che trasporta i nove squadroni del Carrier Air Wing 3 e del Destroyer Squadron 26. Il Gruppo è formato anche da un sottomarino d’attacco classe Los Angeles, dagli incrociatori classe Ticonderoga, Uss San Jacinto e Uss Monterey e dagli altri cacciatorpedinieri classe Arleigh Burke: Uss Mason, Uss Stout e Uss Roosevelt.

La Nitze prende il nome da Paul Nitze, segretario della Marina statunitense sotto il presidente Lyndon Johnson e che anche con Ronald Reagan mantenne incarichi di prestigio. All’età di 97 anni, nel 2004, Nitze era presente al varo della nave (morì sei mesi più tardi). I marinai dell’incrociatori oggi sono noti come Guerrieri freddi a causa del ruolo di primo piano giocato da Nitze nella Guerra fredda. Attualmente l’unità è comandata dal commodoro Paul Kaylor.

Lunedì alle 19 a bordo del cacciatorpediniere Nitze si svolgerà un ricevimento riserrvato ad autorità e ospiti aperto alla stampa. In precedenza i giornalisti potranno visitare l’hangar dell’elicottero, il centro principale di controllo della manovra, il ponte e le zone superiori della nave.

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