Trieste, il bilancio svela un “tesoretto” di 1,5 milioni
TRIESTE Un “tesoretto” da 1,5 milioni di euro. Sono le risorse liberate a sorpresa dopo il completamento della stesura del Bilancio di previsione del Comune per l'esercizio finanziario 2015. Ieri l'ultimo passaggio prima del voto in aula, vale a dire l’esame del documento nella seconda commissione presieduta da Igor Svab (Pd), alla presenza della giunta al gran completo.
Proprio durante la seduta è stato ufficializzato l’importo del “tesoretto” che va a rimpinguare il cosiddetto Fondo riserva, e che dunque adesso è a disposizione del Consiglio comunale al quale spetterà la decisione sul futuro utilizzo. Un surplus che è il risultato di una serie di fattori. Da una parte gli accertamenti di maggiori entrate nelle casse comunali, pari a 340 mila euro dovute - ha spiegato l'assessore al Bilancio Matteo Montesano - a previsioni che erano state tracciate in modo prudenziale sul fronte dei crediti di imposte riferiti agli anni precedenti e ritenuti a difficile esigibilità e che invece sono stati incassati. Dall'altra una serie di minori spese, pari a 160mila euro, in gran parte riconducibili al risparmio sulle funzioni degli uffici giudiziari (manutenzioni, pulizie) che passano in carico al ministero e non più al Comune.
Ma la parte più consistente del “tesoretto” è quella che fa capo al congelamento della transazione sul contenzioso tra l'amministrazione municipale e la ditta Riccesi, relativa al parcheggio mai realizzato a Ponterosso. Una “querelle” che si trascina da anni e che è passata prima attraverso l'individuazione di tre parcheggi alternativi (in via Tigor, largo Roiano e via del Teatro Romano), tutti tramontati per diversi motivi, ed è approdata poi alla soluzione definitiva del park di piazza Foraggi. In attesa dunque della ridefinizione di una nuova transazione (il nodo cardine della questione riguardava la parte relativa al cosiddetto «lucro cessante», vale a dire il mancato guadagno), nella voce spese correnti, a titolo di risarcimento, era stata preventivata la cifra di 1,6 milioni di euro, mentre tra le entrate in conto capitale figuravano 583mila euro derivanti dalla vendita del terreno di piazza Foraggi. Ecco che dunque, conti alla mano, alla luce del congelamento della transazione, il Comune si ritrova con un milione abbondante a disposizione che va ad aggiungersi ai 500 mila euro derivanti dalla somma tra maggiori entrate e minori uscite. Questo significa che la due giorni di discussione in aula sul bilancio prevista per lunedì e martedì prossimi, si annuncia fin d'ora piuttosto intensa.
Prevedibili una serie di emendamenti presentati dai vari consiglieri comunali, che andranno a delineare le possibili destinazioni delle risorse liberate. «Mi aspetto una doppia giornata lunga e accesa, visto che siamo di fronte ad una disponibilità economica cospicua della quale si dovrà decidere la destinazione», afferma Iztok Furlanic, presidente del Consiglio comunale. Paolo Menis (M5S) rivendica in un certo senso la paternità del “tesoretto” in virtù «della battaglia portata avanti dal movimento sulla questione della transazione Riccesi che ha aperto gli occhi al sindaco». La risposta arriva dal capogruppo Pd Marco Toncelli: «La verità è che questo è il risultato di un lavoro attento e preciso portato avanti dall'amministrazione comunale pur in un momento di difficoltà economica e sarà questa la direzione nella quale si continuerà ad intervenire». Paolo Rovis anticipa: «Trieste Popolare propone l'utilizzo di questa cifra per venire incontro alle reali esigenze dei cittadini. Auspico che il Consiglio non si lasci sfuggire questa opportunità», mentre è più criptico Michele Lobianco (Impegno civico) che sulla questione «più che battaglie annuncia sorprese».
Alla fine il Bilancio di previsione vale complessivamente, tra entrate e uscite, 372,2 milioni. Le entrate correnti ammontano ad oltre 313 milioni, mentre quelle in conto capitale sono pari a quasi 60 milioni di euro. Sull'altro fronte, cifre sostanzialmente in linea per quel che riguarda le spese correnti e quelle in conto capitale. Complessivamente il sociale vale nel bilancio un centinaio di milioni, mentre l'istruzione assorbe quasi 35 milioni di euro.
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