Trieste, il 15 febbraio autopsia bis per svelare il giallo di Lilly

Conferito l’incarico per il nuovo esame che deve stabilire data e cause della morte. Ma anche chiarire i segni al volto della donna: sono tracce di una violenza subita?
Laura Tonero Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Quei segni al volto e in testa privi di spiegazioni. Sono tracce di una violenza che Liliana Resinovich ha subìto? E, soprattutto, quando è morta e cosa l’ha effettivamente uccisa? Infine, il dubbio che il cadavere possa essere stato nascosto in un luogo molto freddo. Forse addirittura un frigorifero.

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Una foto di Liliana Resinovich

L’indagine bis della Procura

L’indagine “bis” della Procura di Trieste, riaperta su decisione del gip Luigi Dainotti, cerca una svolta. La svolta, o perlomeno qualche elemento in più in grado di scalfire il mistero, potrebbe arrivare tra meno di un mese: ieri è stata fissata per il prossimo 15 febbraio, alle 12, nell’obitorio dell’Università di Milano, l’autopsia sul cadavere della donna.

Incarico per la consulenza

La data è stata definita dopo che il pm Maddalena Chergia ha conferito l’incarico per la consulenza, che include un nuovo esame autoptico sui resti di Lilly, all’antropologa forense Cristina Cattaneo (si è collegata telefonicamente, inviando in Procura una delegata), ai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone, e all’entomologo Stefano Vanin. Gli specialisti sono entrati nella stanza del pm alle 12.30. La salma di Liliana verrà riesumata nei prossimi giorni e trasferita a Milano.

Le risposte dall’esame autoptico

A Cattaneo la Procura aveva conferito una nuova consulenza dopo che il gip non aveva accolto la richiesta di archiviazione, disponendo ulteriori approfondimenti. Chergia, recependo le indicazioni, ha chiesto che alla fine dell’esame autoptico vengano date risposte sull’epoca e sulla causa della morte, sulle modalità del decesso, anche accertando le «lesività» riscontrate sul cadavere, l’origine, il mezzo che le ha prodotte, la datazione, verificando pure se la lesività riscontrata al naso sia correlata a una vecchia frattura. Per valutare se il corpo sia stato sottoposto a congelamento, verranno effettuati degli esami di immunoistochimica, attraverso delle reazioni anticorpali su alcuni prelievi che erano già stati effettuati nel corso della prima autopsia dal medico legale Fulvio Costantinides.

Novanta giorni per la relazione

I periti avranno novanta giorni di tempo per depositare la relazione. Le risposte ai tanti dubbi sulla morte potrebbero quindi arrivare a metà maggio. Ieri, al momento del conferimento dell’incarico, erano presenti anche i professionisti che affiancano le parti lese nel procedimento. Per il marito della donna, Sebastiano Visintin, erano presenti l’avvocato Paolo Bevilacqua e il medico legale Raffaele Barisani. Federica Obizzi, legale di fiducia di Veronica Resinovich, nipote della sessantatreenne, ieri ha partecipato al conferimento della consulenza anche in rappresentanza di Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, rispettivamente difensori di Sergio Resinovich e Silvia Radin, fratello e cugina di Liliana. Il 15 febbraio prossimo, all’esame autoptico sui resti di Liliana saranno presenti come consulenti delle parti lese anche Barisani e l’ex capo dei Ris Luciano Garofano nominati da Visintin, Vittorio Fineschi e Fabiola Giusti nominati dalla nipote, Stefano D’Errico per il fratello e Mauro Bacci per la cugina.

Tutto il materiale refertato

Prima di quella data, tutto il materiale rinvenuto e repertato nel momento in cui è stato trovato il cadavere dovrà essere trasferito nella sede dove verranno compiuti gli accertamenti tecnici: sacchi neri, sacchetti, cordino, abiti, bottiglietta di plastica e ogni elemento utile a dare una lettura dell’accaduto, comprese le condizioni meteo di quel periodo.

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