Trieste, i vigili urbani nelle vignette di Marani per l’anniversario dei 150 anni

Hanno fatto arrabbiare, almeno una volta, tutti i triestini. Sono pochissimi in città a non aver mai trovato l’odiato foglietto della multa sul parabrezza o sul manubrio dello scooter. Per non dire di chi è stato sorpreso a fare la pipì all’aperto o di qualche incauto padrone di cane che non ha provveduto a raccogliere un poco elegante ricordino del’amato quattrozampe. Sono moltissimi però, forse altrettanti, coloro che invece li devono ringraziare, per essere stati risparmiati, pur avendo lasciato l’auto in seconda fila, o per essere stati aiutati quando serviva l’indicazione di una strada o l’ubicazione di un ufficio pubblico.
In ogni caso, i vigili urbani, perché è di loro che parliamo, sono i protagonisti della vita cittadina e, come tali, non potevano non cadere nelle simpatiche mire del vignettista per antonomasia in città: Paolo Marani. Molte volte, a partire dal 1990, anno in cui Marani iniziò la sua collaborazione con il Piccolo, i vigili, a Trieste definiti spesso “tubi”, sono stati bonariamente presi di mira nelle vignette del quotidiano. Adesso Marani le ha raccolte in un libretto intitolato “Una risata ci salverà”, sottotitolo “Polizia Locale: 150 anni tra la gente senza perdere il buon umore”, offerto in omaggio domani a quanti acquisteranno il Piccolo. Una rassegna di tanti “pupoli”, termine dialettale purtroppo in disuso, che esprime appieno il significato di questi disegni, che rappresentano un modo genuino di fare satira. «La propensione dei triestini per l’umorismo risale indietro nel tempo – scrive Marani nella prefazione – ed è stata confermata dall’apprezzamento per le mie vignette. A un certo punto della mia carriera ce n’erano tre al giorno che, nell’arco dei primi dieci anni, diventarono diecimila disegni. A dicembre, un inserto, o talvolta un calendario, con le più importanti notizie e le vignette più belle apparse sul giornale – ricorda - chiudeva l’anno trascorso e capitava poi di trovarle incorniciate ed esposte in qualche negozio o nello studio di qualche professionista». Nella storia della città, scritta giorno dopo giorno attraverso le vignette i vigili occupano un posto di rilievo, perché nessuno più di loro è a stretto contatto con la cittadinanza. Inevitabile il sorriso quando in queste li vediamo dialogare con un antico centurione davanti al Teatro Romano, tentare la cattura dei gatti all’interno dell’Ospedale Maggiore, elevare una contravvenzione per divieto di sosta a un disco volante atterrato in piazza Unità. «Vederli bonariamente caricaturati – conclude Marani - credo susciti simpatia nel lettore, un po’ come quando a scuola facevo girare sottobanco le caricature dei professori, si divertivano tutti perché si sorride nel vedere la parodia di chi ti fa rigare dritto».
Ugo Salvini
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