Trieste, i risparmi del parroco bloccati dalla burocrazia
Don Jozef Speh, storica guida spirituale di Prosecco, attende da quattro anni la liquidazione dello Stato per la sua carriera di insegnante di religione
Lasorte Trieste 31/08/17 - Prosecco, Chiesa S.Martino vescovo, Don Jožef Špeh
PROSECCO. Attende la liquidazione, circa 36.600 euro, frutto di una lunga carriera di insegnante di materie religiose, da ben quattro anni. E non c’è verso di riuscire a smuovere la burocrazia che ne blocca l’erogazione. Al punto che il suo avvocato, Peter Mocnik, è pronto a fare causa a tutti gli enti coinvolti. È un caso singolare, oltre che molto pesante per il diretto interessato, quello che sta accadendo a don Jozef Speh, parroco della storica chiesetta di San Martino, situata nel cuore di Prosecco.
Dopo aver insegnato religione per ben 23 anni nelle scuole di lingua slovena della provincia di Trieste, sia a livello di medie inferiori che di liceo, don Jozef, che proprio quest’anno ha superato la soglia dei 70 anni, spera che lo Stato si ricordi di lui. «Sono andato in pensione, come insegnante, esattamente il primo settembre di quattro anni fa – racconta – e l’erogazione di ciò che mi compete mensilmente è partita subito con regolarità. Per quanto concerne la liquidazione invece – aggiunge – non se ne parla. Ho bussato molte volte alle porte dell’Ufficio scolastico regionale, ma le risposte sono state talvolta evasive, talaltre piccate, e in qualche caso non ci sono state per niente. Io ho molta pazienza – sottolinea, ricordando quella che è una qualità di cui dovrebbero essere dotati in particolare i religiosi – ma è pur vero che c’è un limite a tutto».
Molto più deciso è il suo legale, l’avvocato Mocnik, che vanta tra le altre cose un passato di consigliere comunale a Trieste: «Questa è una storia tutta sbagliata – afferma con forza – perché non può essere che fra ministero competente e Ufficio scolastico regionale ci si palleggi la responsabilità di quella che, con ogni probabilità, è una problematica di natura burocratica. E intanto il mio cliente non incassa la somma che gli compete, che non è neppure piccola». Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la sensazione è che, da quando l’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia è passato alle dirette dipendenze del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, l’iter delle procedure si sia complicato, invece di snellirsi. Qualcuno azzarda addirittura l’ipotesi che alla base della problematica ci sia il fatto che don Jozef appartiene alla minoranza, essendo nato pure in Slovenia.
«Non credo ci possano essere difficoltà originate da questo aspetto della vicenda – riprende Mocnik – anche perché l’intero incartamento che riguarda la liquidazione dell’importo che spetta al parroco di Prosecco è formulato in lingua italiana e ciò che è di competenza degli istituti nei quali ha insegnato è stato debitamente tradotto dallo sloveno. Credo piuttosto – ipotizza il legale – che l’Uffico scolastico regionale accusi l’assenza di personale sufficiente o una disorganizzazione nella gestione delle risorse umane disponibili. Altrimenti – insiste Mocnik – questa situazione non avrebbe spiegazioni di sorta».
L’avvocato è pronto ad affiancarsi a don Jozef nell’intentare causa a tutti gli uffici interessati: «Vedo le fattispecie di omissione di atti d’ufficio e di interruzione di pubblico servizio – annuncia – e, se il parroco sarà d’accordo, intraprenderemo anche questa strada pur di far avere a don Jozef ciò che gli compete».
Paradossalmente, poi, sembra che la disposizione ministeriale che fissa l’importo di spettanza dell’ex insegnante di religione sia stata a suo tempo regolarmente emessa. A mancare sarebbe il mandato bancario di erogazione. Insomma, una matassa difficile da sbrogliare. Don Jozef, laureato in Farmacia e Teologia, ordinato sacerdote nel lontano 1986, parroco di San Martino da più di 15 anni, intanto può soltanto consolarsi con la sua bellissima chiesa, che risale addirittura al 1637 e che si affaccia sulla piazzetta recentemente restaurata dal Comune di Trieste. Un’opera salutata con soddisfazione dalla comunità di Prosecco, che l’attendeva da anni.
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