Trieste, i portafogli rubati sul bus “ostaggio” dell’azienda

Trieste Trasporti, in caso di ritrovamenti, non avvisa le forze dell’ordine. La denuncia di una giornalista Rai che ha scoperto per caso «l’assurda prassi»
Ressa alla fermata della 36 in una foto di archivio
Ressa alla fermata della 36 in una foto di archivio

TRIESTE Perdere il portafoglio è sempre spiacevole, ma se accade in autobus l’esperienza si può rivelare addirittura peggiore. Molto semplicemente perché la Trieste Trasporti se lo tiene per sé.

Lo recupera e non ti avverte. Lo fa solo se, con un documento, rintraccia il nome del proprietario nell’elenco telefonico. Altrimenti resta là.

Ne sa qualcosa la triestina Rosanna Santoro, giornalista Rai, ormai da molti anni a Roma alla redazione di “Porta a Porta”, la celebre trasmissione di Bruno Vespa. Di recente era qui, nella sua città di origine, per far visita alla famiglia. Più che di smarrire il portafoglio, le è capitato di essere derubata.

Gliel’hanno sfilato quand’era su un autobus della linea 15, decisamente affollato, come ricorda lei stessa, nel tratto che va da piazza Goldoni a piazza Sansovino. Una sola fermata, tanto è bastato al borseggiatore per mettere a segno il colpo. «Ero arrabbiata con me stessa – racconta Santoro – perché mi sono detta che avrei dovuto stare più attenta anche nella mia città, dopo essere stata per il mio lavoro nelle peggiori periferie del Sud e in Paesi come Iraq e Afghanistan, senza che mai mi capitasse una cosa del genere».

Il fastidio maggiore non sono tanto i soldi persi, quanto i documenti da rifare. Tanti, ovviamente, con un notevole dispendio di tempo ed energie. Ma la rabbia rabbia assume presto la forma della delusione quando la giornalista di “Porta a Porta” scopre che chi avrebbe potuto aiutarla non l’ha fatto.

Santoro, come prima cosa, dopo il borseggio, blocca carte di credito e bancomat. Subito dopo si rivolge alla Polizia per la denuncia. «Non mi hanno detto di rivolgermi alla municipalizzata che gestisce il servizio di trasporto pubblico locale e non l’ho fatto pensando che se avessero trovato qualcosa si sarebbero rivolti alle forze dell’ordine» spiega Santoro.

L’idea di contattare la Trieste Trasporti, per puro scrupolo, le salta in mente guardando un servizio televisivo sui borseggi, in cui mostravano le riprese delle telecamere sui bus in varie città. Così chiama e domanda: «Avete per caso un portafoglio grigio....?».

Sorpresa. L’oggetto c’era, stava lì nell’Ufficio oggetti smarriti da qualche giorno. «Sono corsa a prenderlo – ripercorre la giornalista – e quando ho chiesto spiegazioni sul perché non avessero allertato le forze dell’ordine, mi hanno riposto che non lo fanno mai, che i portafogli restano lì per qualche tempo, che poi vengono consegnati all’Ufficio oggetti smarriti del Comune».

È proprio così, questa è la prassi della Trieste Trasporti: cercano il numero di telefono del malcapitato sull’elenco – che nel caso di Santoro non hanno trovato visto che risiede a Roma – e non fanno altro. Lo sforzo di rivolgersi alla Polizia o ai Carabinieri non rientra nei protocolli. E quindi i portafogli smarriti o rubati rimangono lì in attesa non si sa di chi o che cosa.

Al Commissariato, quando scoprono il tutto, cadono dalle nuvole. «Quando sono tornata in Questura per ritirare la denuncia dei documenti – riprende la giornalista – ho riferito quanto mi era stato detto da Trieste Trasporti e gli agenti mi sono sembrati allibiti, perché non sapevano nemmeno loro che questa fosse la “prassi”. Hanno anche aggiunto che avrebbero segnalato il fatto alla Sala operativa». Santoro si augura che lo facciano davvero «perché chissà quante persone avrebbero potuto ritrovare i documenti solo se conoscessero questa assurda prassi».

I vertici della Trieste Trasporti, più volte contattati, in questi giorni non sono rintracciabili. All’Ufficio oggetti smarriti gli addetti non possono che confermare: «Eh, cosa vuole, da noi funziona così... Sono le nostre regole...».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo