Trieste, i negozianti di Opicina: «Ridateci il tram»

TRIESTE. Sono passati dalle parole ai fatti, prendendo carta e penna e raccogliendo le firme di tutte le attività commerciali e imprenditoriali presenti ad Opicina. L’Associazione per la difesa di Opicina ha dato così il via a una petizione popolare, indirizzata al sindaco Roberto Dipiazza e al presidente di Trieste Trasporti Pier Giorgio Luccarini, per chiedere di far ripartire quanto prima lo storico tram di Opicina, fermo dopo lo scontro frontale dello scorso 16 agosto.
«Stiamo ricevendo un numero crescente di segnalazioni da parte di cittadini, ma soprattutto dalle realtà culturali, sportive e specialmente da quelle commerciali - racconta il presidente dell’associazione, Dario Vremec - che denunciano il grave ritardo nel ripristino del tram di Opicina. La città di Trieste e l’abitato di Opicina stanno subendo un notevole danno economico e di immagine a causa delle ripetute soste forzate della tranvia occorse negli ultimi anni».
La missiva, da poco inviata agli uffici comunali e a quelli di Trieste Trasporti, è stata sottoscritta da una settantina di attività economiche e imprenditoriali presenti nella frazione carsica, che a seguito della sospensione inaspettata della trenovia hanno registrato un calo di presenze e di fatturato.
Ormai è noto che il tram di Opicina non è soltanto un mezzo di trasporto per chi abita sul Carso, ma è diventato una vera e propria attrazione turistica della città nonché un volano per l’economia, senza dimenticare che tutta la linea (sia il tracciato che gli edifici e le motrici) è stata vincolata dalla Soprintendenza per i beni culturali grazie all’interessamento dell’associazione Marino Simic.
Nella lettera si ricorda che la storica linea è stata sospesa per lavori improcrastinabili fra il 2005 e il 2006 e poi nuovamente fra il settembre 2012 e l’agosto 2014 per complessivi 690 giorni e che proprio in quella circostanza furono raccolte ben 9.709 firme.
«Ma quanto abbiamo perso in questi cinque mesi - si chiede Bruno Maranzana del negozio Edelweiss -? Il tram fa parte della storia di questa città e sono profondamente dispiaciuto che questo tesoro non sia valorizzato a dovere. E poi manca un info-point che possa consigliare il turista che arriva a Opicina».
«Anche quei pochi turisti che raggiungono l’altipiano si lamentano della prolungata assenza della trenovia. La situazione è terribile - racconta Liana Gustin, titolare della trattoria Max -, dato che in questi mesi c’è stata una perdita almeno del 20 per cento. Già abbiamo sofferto in passato, ma ora siamo daccapo. I turisti, quando arrivano con il bus 2 barrato, protestano per il disservizio».
Chi raggiungeva Opicina con il tram non si fermava solo nei bar o ristoranti, ma anche nei negozi, come confermano dalla cartolibreria Giorgio di Strada per Vienna. «Da quando il tram è fermo - incalza Tatiana Carbone - c’è stato un calo drastico nella vendita di magliette, cartoline e souvenir dedicati allo storico mezzo. Qui i turisti non si vedono proprio».
A tracciare il quadro della situazione è anche Nadia Bellina, presidente del Consorzio Centro in via - Insieme ad Opicina: «Tutti i miei associati registrano un notevole calo di presenze dal giorno in cui il tram è rimasto fermo - sottolinea Bellina -. Per questo auspichiamo che possa ripartire con l’arrivo della primavera, visto che abbiamo già alcune manifestazioni in programma, come la gara automobilistica Trieste-Opicina. Proprio per questo evento tante persone venivano qui per vedere il tram storico messo gentilmente a disposizione da Trieste Trasporti».
Ma l’assenza del tram ha ripercussioni anche a Trieste: «Il fenomeno tram - afferma Silvano del Bar Tivoli - non si limita solo a Opicina, ma investe tutta la città. Sarebbe il caso di applicare un biglietto turistico per i non residenti, in modo da offrire un qualcosa in più, come la musica nelle vetture, pannelli esplicativi multi mediali in più lingue».
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