Trieste, i maxi manichini arredati celebrano i 90 anni di Z&P
Movant’anni di tessuti e arredi su misura, di design, tra case, navi, alberghi. Novant’anni di tradizione e rinnovamento. Novant’anni di Zinelli&Perizzi. Il tempio del mondo dell’abitare, nato nel 1927 a Trieste, festeggia l’anniversario tondo. Con “Scampoli di storia”: un’installazione celebrativa per ripercorrere la storia dell’azienda dall’anno zero fino allo sguardo aperto verso il futuro.
Manichini alti due metri, abbracciati da pezzi di stoffa d’arredo provenienti dalle case più prestigiose del settore - dalla milanese Etro alla veneziana Rubelli, dalla francese Elitis all’americana Pierre Frey - arredano fino al 25 novembre SpazioCavana, uno dei tre centri espositivi presenti oggi in città. Sono stati immaginati e realizzati dall’estro creativo del team di Z&P - composto da una ventina di persone tra dipendenti e collaboratori - ma in particolare da Victoria Johannes-Santi, responsabile del reparto tessuti. Parlano, i manichini, con il damascato, il floreale, con teste fra le nuvole, e segnano il tempo.
I materiali, con gli stessi colori, rivestono anche “vecchie” sedute (poltrone e divani) restaurate, proprio il primo mestiere di Z&P, che, sfuggite spesso per un pelo ai bottini dell’immondizia, hanno ritrovato grande spazio. Ci sono una Carl Hansen, il designer scandinavo attivo dal 1908, e il prototipo del grande architetto triestino Gustavo Pulitzer-Finali che poi sviluppò un modello che diede gloria all’azienda.
A proposito di divani, in mezzo allo store del centro storico, un pezzo che arriva direttamente dal Salone del mobile di Milano: si chiama Pack, è della maison toscana Edra, e l’ha realizzato l’architetto Francesco Binfarè. Un pezzo di iceberg dove riposa un orso polare che fa da schienale. Un omaggio completo e complesso, provocatorio (i manichini sono rivolti all’interno, chi vuole vederli, deve entrare), di gusto raffinato. «Tutto nasce dal tessuto - spiega l’amministratore delegato Ottavio Silva, di origini livornesi - ma qui festeggiamo non volendo tornare al tessuto ma dando risalto a quest’ultimo con le creazioni».
La manifestazione parte volutamente dagli architetti. «Noi siamo tutti architetti ma siamo anche un’attività commerciale, avviamo nuovi rapporti con questi professionisti, facciamo da tramite tra le aziende che sono al loro servizio». Se in novant’anni c’è stata sì una grande ascesa, ma tra anche alti e bassi, ora la fa da padrone un fatturato che cresce di anno in anno del 30%, nonostante le vari e difficoltà di una società che non guarda più alla casa come status symbol ma al cellulare o all’auto ultimo grido. Z&P tiene il focus su progetti che spaziano dagli arredi per le grandi navi - tra le ultime riuscite la Msc Seaside – e i grandi hotel al mondo “home”, con SpazioCavana e SpazioCaboto, dedicato più ai giovani.
Perchè «Z&P è per tutte le tasche». E ancora c’è SpazioPiccolo (a Portopiccolo) e ovviamente il laboratorio di tappezzeria che è il fulcro vivente che diede impulso per primo a quella che poi divenne una grande azienda. La storia parte da Giovanni Perizzi, il tapezziere arredatore, che firma nel 1927 la motonave Saturnia, la «più grande e lussuosa del mondo». Si aggiungono i figli, Nino (da non confondere con il maestro d’arte Perizi con una zeta) e Tullio, che nel ’59 aprono il primo vero e proprio laboratorio in Viale XX settembre insieme a Rubelli. Nel ’59 ecco il primo negozio in via Mazzini e via San Nicolò, “Zinelli&Perizzi”, dove Zinelli è un grande mercante di tessuti. Il laboratorio si trasferisce nel ’63 in viale D’Annunzio, si dà forma agli interni delle navi Raffaello e Galileo, in collaborazione con l’architetto triestino Gustavo Pulitzer.
Sono gli anni del boom, quando le ricche famiglie triestine non chiedono nemmeno il preventivo per rifare il look alla propria casa. Negli anni ’70 si firmano il Gritti e il Danieli di Venezia, s’inaugura il terzo piano dello store di via San Nicolò. Da Cortina alla Costa Smeralda Z&P imperversa, negli anni ’90 inizia la collaborazione con Fincantieri. Il team è completato da Oliviero Giotto, classe ’44. Dal 1964 la sua storia professionale coincide con quella di Zinelli&Perizzi di cui diventa socio nel 1985. Tra le mille idee e i mille progetti, un ricordo: trascorse un anno intero per realizzare un hotel a Parigi. Con Nino Perizzi forma il genio e l’arredamento. A fianco, Tullio Perizzi e Nino Iesu si danno da fare per il tessile e il navale. Gli eredi non seguono le orme, ma il team forma una fucina di nuove identità, tra cui i soci Giorgio Capitanio e Luisa Cimador, e Gianni Vittor, composta soprattutto di giovani, che modellano case dalla Svizzera all’Albania e imbarcazioni fino in Giappone.
Riproduzione riservata © Il Piccolo